Un nuovo Report dell’Istat propone un’analisi comparata spazio-temporale fra città metropolitane e rispettive articolazioni territoriali che rappresenta scenari di salute della popolazione e caratteristiche dell’offerta sanitaria. Attraverso una selezione di temi e indicatori, viene descritta l’offerta ospedaliera in termini di posti letto e il ricorso all’ospedalizzazione in riferimento ad alcune gravi patologie; lo stato di salute della popolazione viene analizzato attraverso lo studio della mortalità evitabile nelle sue componenti, prevenibile e trattabile, e la mortalità per alcune cause specifiche.
I dati sono riferiti ai trienni 2007-2009 e 2017-2019 nonché agli anni 2020 e 2021, per cogliere gli effetti e le ricadute della pandemia sul contesto sanitario e di salute dei territori considerati. Dal punto di vista amministrativo, le città metropolitane sono enti territoriali di area vasta che hanno sostituito le province in 10 aree urbane di regioni a statuto ordinario: Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria a cui si aggiungono 4 città metropolitane di Regioni a statuto speciale: Palermo, Catania, Messina e Cagliari. All’interno delle città metropolitane il comune capoluogo rappresenta il polo intorno al quale gravitano i comuni della 1° e 2° cintura urbana nonché gli altri comuni della città metropolitana, individuati con criteri di contiguità geografica. Di seguito la sintesi dei principali risultati:
- 1.051 strutture di ricovero (pubbliche e private accreditate) con 230.992 posti letto (ordinari e in day hospital); 3,9 per 1.000 abitanti al 1° gennaio 2021. I posti letto sono concentrati nei comuni capoluogo di città metropolitana: 7,2 ogni 1.000 abitanti contro 1,9 nei comuni di 1° cintura urbana e 2,1 in quelli di 2° cintura.
- Posti letto: la città metropolitana di Cagliari ha la maggiore dotazione di posti letto per acuti (5 per 1.000 abitanti), quella di Bologna per lungodegenza (0,4 posti letto per 1.000 abitanti) e quella di Torino per riabilitazione (0,7 posti letto per 1.000 abitanti).
- Maggior ricorso all’ospedalizzazione: 0-74 anni per tumore (regime ordinario e diurno) per i residenti nei comuni capoluogo (10,3 ogni 1.000) rispetto ai territori sub urbani (9,9 ogni 1.000 nella 1° cintura e 9,7 nella 2°) e rispetto ai valori italiani (9,8 per 1.000). Sempre nel 2021, i comuni capoluogo presentano un tasso di dimissioni ospedaliere 0-74 anni per malattie del sistema cardiocircolatorio (regime ordinario e diurno) di 8,4 ogni 1.000 abitanti (8,5 per 1.000 a livello Italia).
- Mobilità ospedaliera passiva extra-regione nel 2021: dalla città metropolitana di Reggio Calabria si sposta 1 paziente su 4 e da Genova 1 su 10.
- Nelle città metropolitane i decessi evitabili (decessi in età 0-74 che potrebbero essere evitati o ridotti in quanto riconducibili a cause di morte contrastabili con un’adeguata e accessibile assistenza sanitaria, con la diffusione di stili di vita salutari e con la riduzione dei fattori di rischio ambientali), nel 2021, sono 20 ogni 10mila abitanti con un incremento del 17% rispetto alla media del periodo 2017-2019.
- Il trend della mortalità evitabile nelle città metropolitane è determinato dalla crescita della componente prevenibile che si attesta a 13 decessi ogni 10mila nel 2021 e nel 2020; da segnalare che la crescita della mortalità prevenibile è dovuta in gran parte ai decessi causati dalla pandemia, pari a 3,5 nel 2021 e 3,3 nel 2020 ogni 10mila abitanti. Per Info: https://www.istat.it/it/files//2024/05/Focus_Salute-e-offerta-sanitaria-nelle-citt%C3%A0.pdf
Fonte: ISTAT