Si è conclusa la missione del Governo italiano in Iran. Il grande Paese mediorientale si sta aprendo lentamente, ma inesorabilmente all’innovazione tecnologica e a nuove partnership con i Paesi europei, compreso il nostro Paese. “L’Italia – ha dichiarato durante il business forum Italia-Iran, di a Teheran, il Sottosegretario allo Sviluppo Economico, Ivan Scalfarotto – è stata fino a pochi anni fa il primo partner commerciale dell’Iran, con un interscambio che nel 2011 superava i 7 miliardi”. Uno studio commissionato dal Ministero dello Sviluppo Economico ci dice che nel 2020 sarà possibile un recupero della quota italiana al livello medio precedente alle sanzioni, con un incremento di 1,5 miliardi di euro. “In particolare – ha ribadito Scalfarotto – il potenziale è di 900 milioni di euro per la l’innovazione tecnologica (meccanica, elettrotecnica, automotive), 400 milioni di euro per i beni di consumo del made in Italy e di più di 200 milioni di euro per le infrastrutture”. Al termine del business forum, complessivamente sono state 14 le intese bilaterali sottoscritte da imprese e associazioni del sistema produttivo italiano e controparti iraniane nel campo delle infrastrutture, dell’energia, dell’agroindustria, delle telecomunicazioni, delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dei trasporti, delle città intelligenti e altro ancora. Ogni accordo è caratterizzato da importi variabili che vanno da 20 milioni a 5 miliardi di dollari. Uno degli accordi più importanti riguarda lo sviluppo di nuove smart city in sei località iraniane. L’intesa è stata raggiunta da European Engeneering con due enti iraniani del settore dell’edilizia civile. Già Anie, Associazione nazionale industrie elettrotecniche, durante una precedente missione nel 2015, aveva stimato in Iran un mercato potenziale, per le esportazioni delle imprese elettrotecniche ed elettroniche italiane, di oltre 1 miliardo di euro. Nonostante le aperture recenti, permangono rilevanti contraddizioni all’interno della società iraniana. E, tuttavia, notevoli sono le potenzialità di sviluppo: oltre il 60% della popolazione di 81 milioni di persone ha meno di 30 anni; quasi tre quarti vive in aree urbane; il livello di alfabetizzazione è vicino all’87% (con una percentuale di donne laureate pari al 60% del totale) e, al pari dei millennials occidentali, i giovani iraniani sono abbondantemente ‘connessi’: nella fascia d’età tra i 15 e 29 anni, Il 67,4% usa Internet, il 19,1% chatta online e il 15,3% usa i social network. Sebbene le limitazioni democratiche e civili all’uso del web siano ancora forti e non esistano statistiche ufficiali, circa il 65% delle abitazioni iraniane dispone di accesso a banda larga e la penetrazione mobile si attesta al 120%. Oltre 40 milioni gli smartphone in circolazione.