Aveva annunciato, appena lo scorso ottobre, di essere stato colpito da un male incurabile e che lo avrebbe sconfitto per due a zero. In questo messaggio c’era il suo essere calciatore totale con licenza d’attacco.
Questa volta il genio di Johan Cruijff non è riuscito a vincere la partita più importante della propria vita. Se ne è andato alla soglia dei 70 anni, 68 per la precisione, in quel di Barcellona, la sua seconda patria dopo Amsterdam. Una leggenda vivente, famoso senza avere un nome sudamericano. Un Pelè bianco. Era l’espressione massima del calcio totale dell’Ajax degli anni settanta.
Cruijff sta al calcio come i Beatles stanno alla musica. Ha avuto modo di cambiare il calcio sia da giocatore che da tecnico. E’ stato il profeta, l’anticipatore del calcio a zona e quindi del calcio moderno.
Le due squadre del cuore, l’Ajax e il Barcellona, le ha vissute con tale passione e seguito che, ancora oggi, i due club vivono dell’anima della mitica maglia numero 14. L’eleganza che ha mostrato in campo sono senza eguali e la maglia numero 14, quella che ogni bambino avrebbe voluto avere in dono, meriterebbe di essere ritirata in quanto è stato, e lo sarà per sempre, uno dei numeri uno del calcio mondiale.