“Prendersi cura delle persone, per prendersi cura delle città” è il titolo del docufilm – proiettato nell’ambito dell’evento conclusivo del progetto sperimentale LGNetEA, finanziato con i fondi europei FAMI- misure emergenziali – che attraverso le immagini testimonia e riassume l’insieme delle attività realizzate e la capacità di fare sistema portate avanti con l’iniziativa che prevede un finanziamento di circa 11,5 milioni di euro. Infatti, LGNetEA – acronimo di Local Government Network for Rapid Response and Fast Track Inclusion Services in Disadvantaged Urban Areas ovvero “Rete dei Comuni per una rapida risposta e servizi per l’inclusione d’emergenza in aree urbane svantaggiate” – intende migliorare il benessere delle comunità in quei territori dove è alta la presenza di cittadini di origine straniera che non hanno ancora raggiunto un sufficiente livello di integrazione, attraverso la presa in carico delle situazioni più complesse anche al fine di contrastare il degrado, la marginalizzazione e il conflitto sociale nelle aree urbane interessate.
All’incontro, che si è svolto a Roma il 26 aprile, organizzato da ANCI Comunicare e moderato da Camilla Orlandi, responsabile del Dipartimento integrazione e accoglienza gestione immigrazione di ANCI, hanno partecipato, il prefetto Mara Di Lullo, direttore centrale per le politiche migratorie -Autorità responsabile FAMI, Matteo Biffoni, delegato ANCI all’immigrazione, Cittalia, e i rappresentanti delle realtà locali facenti parte delle rete dei comuni coinvolti nel progetto. Come ha sottolineato il prefetto, «nonostante il numero elevato dei soggetti in campo, tutte le azioni sono state condivise e coordinate in accordo ai rispettivi ruoli e responsabilità, facendo del Progetto non una somma di attività svolte, ma un intervento corale. Un partenariato strategico, ha aggiunto Di Lullo, nel quale tutti i livelli hanno dialogato costantemente tra loro e attraverso diversi strumenti ideati proprio per permettere una maggiore rapidità di confronto. È importante – ha ribadito Di Lullo – che una progettualità così complessa e sfidante come LGNetEA, sia conosciuta e possa rappresentazione un modello da replicare, a cui guardare in una società sempre più inclusiva e solidale».
Il progetto si è caratterizzato, infatti, per la creazione di un partenariato innovativo tra il ministero dell’Interno (Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione), il sistema dei Comuni italiani rappresentato da Anci, Cittalia, AnciComunicare e sedici Comuni (Bologna, Bolzano, Caserta, Firenze, Genova, Latina, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Potenza, Roma, Sassari, Taranto, Torino, Trieste), ai quali si sono affiancati tre enti strumentali: Anci Liguria, Azienda servizi sociali di Bolzano e Azienda comunale per la tutela dell’ambiente di Potenza.
Fonte: Ministero dell’interno