«È inaccettabile che gli europarlamentari non si siano opposti a questo modo ridicolo di aiutare l’economia tunisina danneggiando la nostra olivicultura». Così ha twittato il Governatore della Puglia, Michele Emiliano, sulla vicenda dell’olio tunisino.
La Puglia, che è la prima regione produttrice di olio in Italia, viene fortemente penalizzata da questa ‘solidarietà’, che si aggiunge ai danni della Xilella.
Da una stima fornita dalla Coldiretti, che ha già organizzato presidi per controllare i carichi in arrivo sulla banchina di Monopoli, l’importazione di olio dalla Tunisia, mette a rischio in Italia, un’azienda su tre. Un comparto che vale 3,5 miliardi e si fonda su circa 650 mila imprese agricole, 3800 frantoi, 220 aziende che lavorano il frutto di 150 milioni di piante coltivate.
«L’approvazione del Piano Olivicolo Nazionale non può essere più rinviata. Governo e Regioni devono trovare subito l’accordo che garantisce agli olivicoltori fondi e opportunità di sviluppo». Lo affermano i deputati pugliesi del Partito Democratico Colomba Mongiello, Dario Ginefra, Ludovico Vico, Liliana Ventricelli e Gero Grassi, invitando l’assessore regionale pugliese alle Risorse Agroalimentari Leo Di Gioia, coordinatore del settore nella Conferenza Stato-Regioni, a «sollecitare tutti i colleghi a farsi carico di questa responsabilità, diventata più gravosa dopo la scelta dell’Unione Europea di incrementare la quota di olio tunisino esente da dazio». «L’incremento della produzione e il sostegno alla commercializzazione dell’Evo 100% italiano – spiegano in una nota – sono i pilastri della strategia di rilancio del comparto olivicolo e di tutela dalle contraffazioni e dall’italian sounding. Insieme alla severa applicazione della legge `salva olio´, ciclicamente messa in discussione dagli apparati burocratici dello Stato e da quelli dell’Unione europea». «Le norme che tutelano produttori e consumatori – affermano ancora – non si toccano. Piuttosto, bisogna rafforzare la rete dei controlli e adottare strumenti sempre più sofisticati per svelare i trucchi degli agropirati».