L’emergenza ha delineato l’Italia del futuro: con la smart-tv in casa, porta di accesso a internet e strumento per la costruzione di un palinsesto personalizzato e con lo smartphone come schermo nelle tasche degli italiani; la pandemia ha sicuramente fatto decollare dispositivi e connessioni digitali, ma ha anche rafforzato il significato della televisione, apprezzata per l’informazione e l’intrattenimento di qualità.
Già l’anno scorso si evidenziò come gli italiani, costretti in casa e di fronte all’esigenza di mantenere inalterata la quotidianità, avessero accelerato i processi di digitalizzazione organizzandosi, in breve tempo, per mantenere a distanza le attività che sino a quel momento avevano svolto in presenza, prime tra tutte quelle di studio e lavoro.
Ma il digitale di massa non ha significato solo lo spostamento online di attività che prima erano svolte in presenza: la diffusione del digitale ha impattato sulle vite di ognuno e sulla società; ha cambiato modi di pensare e stili di vita; ha influito sul sistema di relazioni e i dati della Rilevazione di base Auditel confermano che la digital life non è un modo di vivere e di pensare circoscritto a millennials e generazione Z, ma è un fenomeno strutturale destinato ad incrementare la qualità della vita e il benessere di tutti.
La vita spostata all’interno delle mura domestiche ha determinato una domanda crescente di dotazioni tecnologiche e connessioni: gli schermi all’interno delle abitazioni sono 119 milioni e 400.000 (+6,2% negli ultimi 2 anni), le famiglie che hanno la connessione ad internet, il 90,2% del totale (+3,6% dal 2019 ad oggi); mentre quelle che possiedono una connessione sia domestica che mobile sono il 59,4% (+6,2%).
Crescono le Smart Tv, che nel 2021 hanno superato i 15 milioni e rispondono alle nuove modalità di fruizione che si stanno affermando e alle necessità imposte dal passaggio al Digitale terrestre di seconda generazione e crescono anche gli smartphone, oltre 48 milioni che rappresentano lo strumento che meglio si adatta alle nuove modalità di visione e di ascolto on demand, in ogni luogo e momento della giornata.
Oltre 7 milioni di italiani guardano su internet i programmi televisivi che sono in onda in contemporanea sulla tv lineare e 4,2 milioni lo fanno utilizzando lo smartphone. 24 milioni si collegano ad internet e utilizzano applicazioni specifiche, gratuite o a pagamento, per guardare contenuti/filmati/programmi e 16 milioni e 600.000 individui lo fanno spesso.
Tutti dati che fotografano un percorso in progress che coinvolge la maggioranza degli italiani, ma che lascia indietro milioni di famiglie che non hanno dotazioni e connessioni sufficienti o non possiedono le competenze di base per accedere alla nuova quotidianità.
Ci sono ancora 2 milioni di famiglie, il 9,8% del totale, che non sono connesse; a queste si aggiungono più di 7 milioni di famiglie, il 29,9% del totale, che hanno solo la linea mobile, e 5 milioni di nuclei familiari che si collegano solo da smartphone. Tra di loro ci sono soprattutto nuclei familiari composti di soli anziani e famiglie che si trovano in una condizione di precarietà socioeconomica, che spesso combinano la mancanza di risorse materiali con la carenza di cultura e di abilità digitali. Ecco allora che il televisore, o Smart Tv, diventa elemento di democratizzazione e di inclusione nel digitale per una quota di famiglie italiane che non possiedono altri device, o all’opposto trasformarsi in ulteriore fattore di isolamento per quelle famiglie italiane che senza la tv smart potrebbero essere escluse anche dalla possibilità di ricevere i canali del nuovo digitale terrestre.
Nei 4 capitoli del Rapporto Auditel-Censis si descrive, con dovizia di dati, l’Italia multiscreen del post pandemia e il ruolo che mantiene la televisione nella sua versione Smart; mentre il quarto, basandosi sui dati della Rilevazione Auditel, delinea un quadro della società italiana e della Next generation.
1.La vita digitale è diventata una realtà da cui non si tornerà indietro, è partita la corsa di milioni di italiani verso le dotazioni e le connessioni più affidabili, con la crescita di tutti i device. Quanti sono gli italiani che hanno smartphone, Smart Tv, pc e tablet, quanti sono connessi e hanno la banda larga, quanti la linea fissa, quanti rischiano di rimanere fuori dalla nuova quotidianità digitale.
2.La pandemia ha fatto decollare dotazioni e connessioni digitali, ma ha anche ridato forza e significato alla televisione per la capacità di fare informazione e intrattenimento di qualità, e di conseguenza alla Smart Tv come porta di accesso ad internet e strumento per la costruzione di un palinsesto personalizzato. Quante sono le televisioni nelle case degli italiani, quali sono le potenzialità delle Smart Tv di condurre italiani che non sono connessi all’interno della vita digitale.
3. La vita digitale fa crescere le fruizioni individuali e i consumi mediatici personalizzati allargando la platea dei connessi e di quelli che seguono su internet programmi televisivi e altri contenuti video. Quanti sono gli italiani che si collegano ad internet, qual è la partecipazione dei minori al web, come è composto il palinsesto iperpersonalizzato.
4. I giovani in Italia sono troppo pochi per garantire un futuro al Paese e sono quelli che stanno soffrendo delle conseguenze della pandemia perché hanno perso il lavoro, si sono impoveriti e hanno sofferto del deficit di relazionalità. Quanti sono i giovani e le famiglie composte di giovani e quali le loro caratteristiche.