“Offro il mio Rolex in cambio di 20 agnelli.” L’annuncio di don Antonio Tamponi, vicario vescovile per la città di Tempio e parroco della Cattedrale, è giunto improvviso domenica mattina al termine dell’affollatissima messa delle 10,30. «Prima di salutarci – ha detto il sacerdote -, alcuni avvisi». Prima quelli riguardanti le attività parrocchiali per la prossima settimana, poi il singolare annuncio.
La comunicazione ha lasciato sorpresi i fedeli, echeggiando tra le navate della Cattedrale e scatenando il brusio dell’attonita assemblea. A spiegare il suo gesto, qualche ora dopo, è lo stesso sacerdote, giunto a Tempio come parroco della Cattedrale nel 2010, proveniente da Sant’Antonio di Gallura, preceduto da voci che lo presentavano come sacerdote di grandissima preparazione e cultura ma al tempo stesso ironico e goliardico, sicuramente poco irreggimentato e gestibile. Don Antonio sorride al ricordo del suo ingresso a Tempio di sei anni fa e proprio a quell’ingresso lega l’episodio attuale del Rolex. «La fama che mi precedeva, sotto alcuni aspetti – dice il prete – non era benevola nei miei confronti. Si mormorava molto, infatti, sul fatto che io possedessi un Rolex, peraltro regalatomi da amici carissimi il giorno della mia ordinazione sacerdotale. Intervistato, senza veli, da una emittente televisiva locale sulla mia vita pubblica e privata, una domanda arrivò anche sul chiacchierato Rolex che non è poi neanche l’orologio più significativo, ad eccezione dell’apprezzabile Daytona, che io però non avevo. L’intervistatore -prosegue il prete -, mi chiese se, in caso di necessità, fossi stato disposto a sacrificare l’oggetto per i poveri. La mia risposta affermativa fu immediata. Oggi è arrivato il tempo di mantenere quella promessa».
«Domenica -, racconta ancora il parroco tornando a parlare del Rolex -, per richiamare l’attenzione sui poveri e in modo particolare sulle 434 famiglie assistite, ho reputato fosse giunto il momento di rendere operativa la promessa di sei anni fa. Ho offerto il mio famigerato “Air King”, in cambio di cibo per i poveri. Ho chiesto infatti venti agnelli per l’Emporio della Carità perché anche i poveri potessero avere la carne sul loro tavolo nel giorno di Pasqua. La cosa magnifica, è che non appena sceso dall’altare, due giovani imprenditori, Francesco Quargnenti, ristoratore e Salvatore Decandia, titolare in città di Market alimentari, hanno immediatamente bloccato il Rolex.
«Ma la cosa ancora più bella – continua Don Antonio – e che i due non divideranno l’orologio ma lo rimetteranno subito al servizio della Carità con un’ asta che mi auguro possa portare gioia per chi ha necessità e lievito di generosità per molti.
«Ovviamente – conclude il parroco – mi rimane il grande affetto per chi me lo ha donato, la gioia che l’oggetto sia tornato utile e l’orgoglio di avere mantenuto una promessa fatta 6 anni fa. Prendo atto infine, conclude ironicamente don Tamponi, che sono nato senza Rolex e che quando morirò mi seppelliranno senza».