Il gioco dell’imposizione fiscale, che alterna soppressione di tasse a introduzione di nuove imposte, non è “somma zero” e neppure a somma negativa, come il Governo vuol far credere. “Abbiamo abbassato le tasse!”, proclama il premier in ogni occasione. In realtà è un gioco subdolo che maschera l’aumento della pressione fiscale complessiva, arrivata al 44%, attraverso nuove “voci” che vanno a sostituire quelle eliminate. Se, infatti, i cittadini hanno gioito per il taglio della Tasi sulla prima casa, ora devono stare in allerta per l’arrivo della “tassa sugli ascensori” che, secondo Confedilizia, potrebbe risultare più salata della prima. A monte del nuovo tributo si colloca il decreto attuativo della direttiva comunitaria 2014/33/Ue sulla sicurezza degli ascensori, il cui schema, dopo essere passato al vaglio del Ministero dello Sviluppo economico, entro il 19 aprile si depositerà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Il provvedimento prescrive nuove verifiche sugli ascensori esistenti, dando ai “soggetti verificatori”, cioè a coloro che sono abilitati a verificarne e certificarne la conformità, la facoltà di attribuire alcuni interventi a carico dei proprietari di casa. La nuova tassa imporrebbe esborsi pari al doppio del gettito della Tasi stessa, vale a dire circa 350 euro l’anno a famiglia. In particolare, l’articolo 2 del provvedimento stabilisce che, per gli ascensori già in servizio prima della data di pubblicazione del regolamento e “conformi alle norme vigenti a tale data”, i soggetti verificatori dovranno provvedere a “una verifica degli ulteriori requisiti minimi di sicurezza”. In concreto, si tratta dei seguenti parametri: precisione di fermata; livellamento tra cabina e piano; presenza di illuminazione del locale macchine; presenza ed efficacia dei dispositivi di richiusura delle porte di piano; presenza di porte di cabina; rischio di schiacciamento per porte motorizzate, e così via. Di conseguenza, tutti gli ascensori che oggi sono ritenuti a norma, quindi non rispondenti agli ulteriori requisiti di sicurezza, a seguito della verifica dovranno necessariamente essere adeguati. Putroppo, i costi saranno a carico dei proprietari. Se lo scopo del provvedimento è quello di aumentare il livello di sicurezza degli impianti esistenti, non ci sarebbe bisogno di ulteriori normative e connessi controlli, giacchè la legge prevede già obblighi stringenti. Inoltre – rileva Confedilizia – la percentuale di incidenti in presenza di un traffico giornaliero di passeggeri da 30 a 40 milioni è molto bassa. Secondo l’associazione, infatti, è “palese che la sicurezza sia un mero pretesto, in quanto sottende interessi di alcune categorie protese a lucrare a spese di condomini e proprietari di casa”. Ecco perché il presidente, Giorgio Spaziani Testa, ha lanciato un appello al premier “affinché disponga l’eliminazione dalla bozza di provvedimento di questo ‘corpo estraneo’, con il quale si vorrebbero imporre ai proprietari di casa spese assolutamente non necessarie e certamente onerose per la maggior parte delle famiglie italiane”.