Nasce il ‘Distretto Bio Sardegna’, che rappresenterà in modo coordinato tutte le filiere produttive a carattere biologico di tutto il territorio regionale. Il bio-distretto sarà attivato dal neo costituito Comitato promotore, che vede sottoscrittori l’Associazione di Produttori Sardegna Bio (in qualità di capofila), la Città Metropolitana di Cagliari, il Comune di Cagliari, ANCI Sardegna, Coldiretti Sardegna e la Fondazione ITS Filiera Agroalimentare della Sardegna.
Il bio-distretto regionale è una risposta all’esigenza di regolamentare la grande espansione dell’agricoltura biologica, sia nazionale – al 2012 l’Italia deteneva il primato europeo di aziende bio – che regionale, in un territorio in cui buona parte delle piccole e medie imprese agricole ha scommesso sulla qualità e sulla tipicità delle produzioni. L’obiettivo primario del distretto biologico è quello di favorire la coesione e partecipazione degli attori della filiera biologica, sostenendoli affinché possano coniugare la propria attività con le nuove frontiere della sostenibilità (energie rinnovabili, biodiversità, qualità del lavoro e della vita). Il bio-distretto intende inoltre favorire rapporti più equi nella filiera, creando nuove relazioni dirette tra produttori e consumatori, grazie a modelli distributivi alternativi quali la filiera corta e i gruppi di acquisto solidale, nonché spronando le pubbliche amministrazioni a incrementare gli acquisti verdi per mense scolastiche, ospedali e altri servizi pubblici. Il distretto mira anche a promuovere la comunicazione, con forum pubblici in cui agricoltori, altri operatori economici, amministratori pubblici e popolazione si potranno confrontare con pari dignità e potere decisionale, e contribuire alla semplificazione, rendendo meno burocratico, più efficace e inclusivo il sistema di controllo e certificazione del biologico.
L’iter per la costituzione del Distretto sarà articolato in tre fasi: la fase 1, già in atto, denominata ‘Individuazione del Distretto’, che include la costituzione del Comitato promotore; la fase 2, ‘Costituzione del Distretto’, che includerà una serie di incontri pubblici territoriali, la redazione di un Piano di Distretto e la costituzione del Distretto con con atto pubblico; la fase 3, ‘Riconoscimento del Distretto’, ovvero la valutazione da parte di una commissione di esperti e il riconoscimento con delibera della Giunta regionale.
“La speranza è che il bio-distretto possa diventare un impulso per favorire l’export dei prodotti biologici locali a livello internazionale”, afferma il sindaco metropolitano e di Cagliari Paolo Truzzu . “La costituzione del distretto ci consentirà di dialogare direttamente con i vertici ministeriali e avere accesso a molti più fondi, al fine di sostenere un’agricoltura sostenibile, sviluppare ricerca, innovazione e cultura rurale, attivare filiere corte e conciliare la tutela della biodiversità con lo sviluppo delle aree rurali e a vocazione agricola più avanzata”, aggiunge Truzzu.
Per l’assessore alle Attività Produttive del Comune di Cagliari, Alessandro Sorgia, si tratta di “una grande opportunità per la città di Cagliari e per la Sardegna intera, e sarà sicuramente uno strumento di forte rilancio per la attività produttive del settore”.
“In questo quadro, ci prefiggiamo di diventare un’organizzazione che coadiuvi gli operatori dell’ospitalità, della ricerca, della tecnologia, dell’agricoltura e porti avanti accordi con la pubblica amministrazione per garantire ai cittadini un ambiente salubre in cui vivere, un’alimentazione sana per i soggetti più deboli, un sostegno a chi sceglie la strada della sostenibilità e la salvaguardia del territorio per i visitatori e per le generazioni future”, spiega Andrea Campurra, presidente dell’Associazione di Produttori Sardegna Bio.
“Uno strumento utile che va incontro alle esigenze del produttore e del consumatore, sempre più attenti nella produzione e nella scelta delle tematiche green – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – in un settore che mostra grandi potenzialità ma anche l’esigenza di condivisione e confronto”. “La Sardegna, con oltre 120 mila ettari, si colloca per superficie coltivata bio al settimo posto tra le regioni italiane, e l’Italia è, anche nel 2019, il primo Paese europeo per numero di aziende agricole impegnate nel biologico, con oltre 80 mila operatori coinvolti. I consumi domestici di alimenti biologici in Italia registrano inoltre un trend positivo da oltre dieci anni, con una crescita nell’ultimo anno, registrata a giugno 2020, del 4,4%, consolidata soprattutto durante il lockdown”.
Anche Anci Sardegna ha accolto con favore l’invito a essere parte del Comitato promotore: “Riteniamo che in questa fase storica i territori debbano riorganizzarsi e collaborare: fra istituzioni, fra forze economiche e sociali, fra imprese, fra lavoratori. Il Distretto Bio può essere un ulteriore tassello per uno sviluppo armonico della Sardegna che punta sulla qualità delle produzioni e con l’armonia fra l’uomo e il creato per sviluppare lavoro, conoscenze e un’economia sana a misura di comunità”.