«Il 58,2 % del territorio italiano è montano vi risiede una popolazione di 14 milioni di abitanti, in oltre 4.200 Comuni. Le mozioni approvate dalla Camera dei Deputati il 29 gennaio 2020 sono la base di una “Piattaforma Montagna” che insista su fiscalità differenziata, riorganizzazione istituzionale, uso delle risorse comunitarie, riorganizzazione dei servizi (scuole, trasporti, sanità, assistenza), anche in deroga a leggi nazionali, in stretto coordinamento con le Regioni, al fine di definire politiche che attuino quanto già scritto nella legge sui piccoli Comuni ( 158/2017), nella legge sulla green economy ( 221/2015), nel Testo unico forestale (valorizzando le filiere del bosco)». Questa la riflessione di Pompilio Sciulli, presidente di Anci Molise, sulla realtàdel le aree interne e dei piccoli Comuni. «Sono 5.552 piccoli Comuni italiani (meno di 5 mila abitanti), il 69,7% dei 7.960 Comuni del Paese – prosegue – La densità imprenditoriale nei piccoli Comuni italiani è di 10,4 imprese per 100 residenti contro una media del Paese di 8,5. Nei piccoli Comuni vi è una casa vuota ogni due occupate: solo il 15% di quelle disponibili ospiterebbero 300mila abitanti, e le opere di adeguamento edilizie potrebbero valere 2 miliardi di euro nella rigenerazione. Utilizzando un quarto delle superfici coltivate abbandonate negli ultimi 20 anni, avremmo 125mila nuove aziende agricole di 12 ettari ciascuna».
Una fotografia impietosa che sollecita interventi puntuali e incisivi. Di qui alcune proposte di rilievo nazionale che Sciulli avanza a nome di Anci Molise:
-adottare le iniziative di competenza per attuare la legge n. 158/2017 sui piccoli Comuni, approvando in tempi rapidi i decreti attuativi al fine di individuare le modalità di spesa delle risorse economiche previste alla legge e incrementando la dotazione del fondo previsto dalla medesima legge; i 160 milioni di euro attuali sono destinati a investimenti strutturali;
-realizzare la “Strategia nazionale per le aree interne, rurali e montane alpine e appenniniche italiane”, attraverso un Programma operativo nazionale (PON) che individui fondi europei, nazionali e regionali sulla programmazione dell’Unione europea 2021-2027;
-arrivare alla “SNAMI2.0” superando ogni ostacolo burocratico che ha finora rallentato la Strategia;
-avviare un Piano nazionale per i piccoli Comuni , le aree rurali, montane e interne del Paese al fine della prevenzione del dissesto idrogeologico, la lotta ai cambiamenti climatici, il riuso dei beni immobili e il contrasto al consumo di suolo;
-attuare la Strategia nazionale delle Green Communities, le Comunità energetiche e la “valorizzazione dei servizi ecosistemici-ambientali”;
-accelerare i piani per l’infrastrutturazione digitale delle aree montane sbloccando i cantieri nei Comuni montani del Piano nazionale della banda ultralarga, anche con reti FWA wi.fi., consentendo di ridurre il divario digitale che vede oggi oltre 3.900 Comuni montani sprovvisti di linea dati veloce, riducendo i gap d’infrastrutturazione che non permettono in 1.200 Comuni di ricevere un segnale adeguato e stabile per la telefonia mobile a 5 milioni di italiani di vedere i canali del servizio pubblico e l’intero bouquet televisivo;
-avviare un piano per rendere i piccoli Comuni italiani borghi smart dove vivere, lavorare, innovare, incrociando domanda e offerta, attraverso un patto forte con le aree urbane;
-difendere i presidi commerciali e artigianali dei territori attraverso l’incentivazione e la valutazione d’iniziative normative volte a introdurre misure fiscali peculiari e differenziate per favorire le attività, multifunzionali e multiservizio, smart e green, nei piccoli centri delle aree montane alpine e appenniniche;
-contrastare lo spopolamento è la prima urgenza.