Il ruolo della Cassa depositi e prestiti è andato crescendo negli anni, grazie a interventi sempre più corposi a sostegno dell’economia e degli enti locali, destinatari di mutui a tassi agevolati, peraltro anche rinegoziabili. Tant’è che da più parti si auspica la formale trasformazione di questo istituto in una banca pubblica a pieno titolo, sul modello di quella tedesca. A parlare in tal senso sono i numeri, non le opinioni. Nel 2018 il gruppo Cdp ha mobilitato risorse per 34,6 miliardi a supporto dell’economia del Paese. Lo dicono i risultati del bilancio 2019. Per la capogruppo Cdp spa le somme mobilitate lo scorso anno salgono a 21,4 miliardi, registrando la miglior performance di raccolta postale degli ultimi 5 anni” (+3,4 miliardi), con un utile netto di 2,7 miliardi.
I target fissati dal piano industriale per l’anno, pertanto, sono stati ampiamente raggiunti, ponendo così le basi per la funzione sempre più centrale del gruppo a favore dello sviluppo sostenibile dell’Italia, soprattutto in un periodo di emergenza come quello attuale. Per il gruppo, il totale attivo al 31 dicembre 2019 si è attestato a 448,7 miliardi, per la Spa a 386 miliardi. La raccolta complessiva risulta pari a 356 miliardi, di cui 265 miliardi da buoni fruttiferi e libretti postali (+3%).
Il risparmio postale, in particolare, registra la miglior performance di raccolta netta nell’ultimo quinquennio, anche in virtù del restyling dei Buoni fruttiferi postali cartacei e della forte crescita delle vendite sul canale online (+1,2 miliardi di euro rispetto al 2018) e del numero di libretti abilitati a operare online (circa 1 milione rispetto ai 300mila a fine 2018)”.
I vertici di Cdp sottolineanto, inoltre, che, in ottica di diversificazione delle fonti di raccolta, nel corso del 2019 sono state realizzate una serie di nuove emissioni a supporto delle attività di business, tra cui:
– un social bond da 750 milioni di euro per il finanziamento d’interventi di edilizia scolastica e riqualificazione urbana;
– il primo ‘panda bond’ da un miliardo di Renmimbi (127 milioni di euro) per supportare la crescita di succursali o controllate di società italiane in Cina;
– il secondo bond retail da 1,5 miliardi di euro riservato alle persone fisiche residenti in Itali.
Quanto agli obiettivi del piano industriale, da notare che, per il supporto alle imprese, attraverso finanziamenti, investimenti e garanzie offerti dal gruppo, sono stati mobilitati circa 24,9 miliardi di euro, con oltre 20mila aziende servite. Mentre, in favore del settore Infrastrutture, Pa e territorio, la cifra è di 9,3 miliardi. Per il sostegno alla cooperazione internazionale allo sviluppo, invece, si arriva a oltre 400 milioni, facendo leva per la prima volta anche su risorse proprie.
Notevole pure il rinnovamento realizzato in materia di personale. Nel 2019, infatti, è stato rafforzato l’organico aziendale con diverse assunzioni. I nuovi assunti, per il 32% giovani sotto i 30 anni e per il 41% donne, sono concentrati nelle funzioni di business, determinando una diminuzione dell’età media dei dipendenti, che passa da 44,3 a 42,6 anni. Che altre sfide dovrà affrontare Cassa depositi e prestiti dopo Covid-19? Ce lo diranno i prossimi mesi e anni.