L’Avvio della Fase 2, che segna la fuoruscita graduale dal lockdown, è reso possibile dal miglioramento della curva di diffusione dell’epidemia da Coronavirus in tutta la Penisola, comprese quelle zone del Nord maggiormente colpite. Ciò si evince non solo dai numeri totali dei contagiati, ammalati, guariti e defunti, ma anche dall’aumento dei Comuni Covid free. Sono sparsi in tutte le regioni disegnando una mappa a macchia di leopardo fra le aree flagellate e quelle sostanzialmente esenti dal virus. Due esempi ci sembrano particolarmente significativi in tal senso: il Piemonte e l’Umbria. La prima è fra le regioni più bersagliate e, tuttavia, presenta 44 Comuni dove non si è registrato al momento alcun contagio. Si va da Carrosio a Carpeneto, passando per Altavilla Monferrato, ecc. Questi dati emergono da una mappa accurata e continuamente aggiornata. «Nella gestione dell’emergenza – osserva l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi – abbiamo prestato fin dall’inizio la massima attenzione alla registrazione e documentazione dei dati dell’epidemia. Il punto di partenza è stata la realizzazione della piattaforma informatica Covid Piemonte per condividere in tempo reale con prefetti, Sindaci, operatori sanitari, forze dell’ordine e medici di base le informazioni su analisi dei tamponi, presa in carico dei pazienti, dimissioni, trasferimenti, acquisizioni straordinarie di personale, servizi e presidi medici e gestione delle quarantene. Il tutto nella massima sicurezza, tramite accesso con credenziali riservate. Grazie a questa tecnologia, siamo in grado di offrire anche ai cittadini una dettagliata rappresentazione dell’andamento dell’epidemia sul territorio, così che ognuno possa rendersi conto delle proporzioni del contagio».
Altro caso da considerare riguarda l’Umbria. Nella regione si contano ben 23 Comuni Covid free. A spiegare questo “miracolo” è la governatrice, Donatella Tesei: “Da oggi, infatti, scatta la timida fase due che sarà comunque monitorata con attenzione, anche se l’Umbria resta in posizione avvantaggiata rispetto alle altre regioni, col secondo tasso di malati più basso (13%) dopo la Valle d’Aosta (10%). A fronte di 1.394 casi certificati, infatti, nella regione risultano 183 persone in ospedale (58 a reparto, 13 in rianimazione) o in isolamento domiciliare (112), mentre si registra il tasso di guarigione più alto, pari all’82% (78,4% Valle d’Aosta), considerando anche i 53 clinicamente guariti, e con l’indice di letalità più basso, 4,9% (6,5% Basilicata). In altre parole, in Umbria la regressione del virus, guardando al ritmo delle guarigioni e alla progressiva frenata dei nuovi contagi, è fra le più evidenti a livello nazionale. Questo, nonostante otto regioni (tra cui Molise e Basilicata) abbiano un’incidenza cumulativa inferiore ai 158 casi ogni 100mila residenti certificati qui. Dati umbri in evidenza anche considerando lo screening della popolazione. Risulta, infatti, che il 3% degli abitanti è stato sottoposto a scansione per verificare l’eventuale presenza del virus. Risulta, inoltre, che il 30,5% dei tamponi (pari a 11.850) sia stato ripetuto, ossia eseguito sullo stesso soggetto in cerca della ritrovata negatività. Va detto, comunque, che il dato più elevato risulta a Bolzano (54,4%), seguito da quelli di Campania (45,6%) e Veneto (41.7%)”.