Rilanciare l’economia, rimettere in moto il Paese. Questo il mantra che risuona per ogni dove, soprattutto negli ambiti istituzionali, nazionali, regionali e locali. Servono soldi, ovviamente, per intraprendere questa titanica impresa di rinascita nazionale. Dove reperirli? E’ il dilemma del momento. Ciascun soggetto, pubblico o privato che sia, si sta industriando a tal fine. E la fantasia aiuta… Diverse esperienze si profilano all’orizzonte. Degna di nota quella che si appresta a mettere in campo la Regione Lombardia, indubbiamente la più bersagliata dal flagello Coronavirus. “I tre miliardi per il piano straordinario d’investimenti sono previsti a debito utilizzando obbligazioni a seconda della convenienza e del tasso che il mercato offrira’. I ‘Lombard bond’ – così sono stati battezzati – saranno autorizzati in base alle effettive necessità di cassa, come farebbe un buon padre di famiglia”.
Lo comunica una nota della Regione annunciando una raccolta miliardaria. Si direbbe un metodo totalmente innovativo, ma non è esattamente così. “E’ la seconda volta – prosegue il documento – che la Lombardia potrebbe utilizzare questo strumento di finanziamento. Infatti, dopo la crisi dell’11 settembre 2001, la Regione, il 17 dicembre, decise un piano straordinario per le infrastrutture (i Mondiali di sci, acquisto di materiale rotabile, dissesto idrogeologico). Nonostante il programma prevedesse 2 miliardi di dollari di emissioni, l’efficiente gestione dei flussi di cassa consentì di ridurre l’esposizione a un solo miliardo. Fu un vero e proprio successo: nei primi mesi del 2002 – spiega sempre la nota – arrivarono richieste di sottoscrizione superiori di oltre il 30% rispetto alle obbligazioni emesse. Fu la prima volta al mondo che un soggetto subordinato allo Stato ottenne una valutazione da parte delle principali agenzie di rating (Standard and Poor’s, Fitch, Moody’s) superiore a quella dello Stato sovrano. Fu un caso di studio. Le obbligazioni vennero acquistate da molti fondi di investimento fra cui anche il fondo pensionistico degli insegnanti del Texas”. Probabilmente, oggi è il caso di rinnovare quella positiva esperienza in costanza di una congiuntura tanto imprevedibile quanto nefasta.