Sospendere fino al 31 dicembre 2020 la tassa sulle gare d’appalto dovuta all’Autorità anticorruzione (art. 1, commi 65 e 67 della legge n. 266 del 23 dicembre 2005). Lo ha chiesto la stessa Anac con la delibera n. 289 del 1° aprile 2020, considerando le attuali difficoltà causate dall’emergenza sanitaria. In base alla legislazione vigente, infatti, le amministrazioni che intendano bandire un appalto e gli operatori economici che desiderino prendervi parte devono corrispondere un contributo all’Anac per la vigilanza che essa svolge sul settore dei contratti pubblici: per le imprese si va da 20 euro per gli appalti compresi fra 150mila e 300mila euro, fino a 500 euro per le gare di importo superiore ai 20 milioni; da 30 a 800 euro il contributo previsto invece per le stazioni appaltanti. Secondo le stime, basate sui dati del 2019, imprese e amministrazioni potrebbero così conseguire un risparmio di oltre 40 milioni di euro. In particolare, il provvedimento auspica l’adozione di un intervento normativo urgente che disponga l’esonero dal versamento della contribuzione da parte dei soggetti pubblici e privati di seguito elencati:
a) le stazioni appaltanti di cui all’art. 3, comma 1, lettera o), del d.lgs. 50/2016;
b) gli operatori economici, di cui all’art. 3, comma 1, lettera p), del d.lgs. 50/2016 che intendano partecipare a procedure di scelta del contraente attivate dai soggetti di cui alla lettera sub a).
Restano fermi tutti gli altri adempimenti previsti in materia di tracciabilità dei flussi finanziari e di monitoraggio e vigilanza sui contratti pubblici, con particolare riguardo per la richiesta dei CIG e la comunicazione delle informazioni di cui all’art. 213 del d.lgs. 50 del 2016. “In considerazione delle minori entrate previste per il 2020 per effetto dell’esenzione di cui sopra – recita la delibera – il predetto intervento normativo dovrà autorizzare l’Autorità a coprire le conseguenti minori entrate mediante l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione maturato al 31 dicembre 2019.