Il 5 marzo scorso il Consiglio dei ministri ha deciso di revocare il referendum confermativo per la riduzione del numero dei parlamentari, indetto dal DPR 28 gennaio 2020, in considerazione di quanto disposto dal DPCM 4 marzo recante le misure per il contrasto e il contenimento del coronavirus. Di conseguenza, si è posto il problema delle spese già sostenute dai Comuni. Al fine di chiarire le procedure di rendicontazione il Ministero dell’interno, pertanto, ha emanato la circolare Fl n. 7/2020 precisando che tutte le attività di spesa connesse con l’organizzazione della consultazione referendaria sono sospese con effetto immediato e che i Comuni dovranno contabilizzare tutte le spese finora effettuate, ossia:
-spese per la retribuzione di prestazioni di lavoro straordinario;
-spese per assunzione di personale a tempo determinato;
-spese relative agli stampati;
-spese per cabine elettorali e altro.
Quanto allo svolgimento delle consultazioni referendarie sospese, non è ancora disponibile una nuova data stante il protrarsi dell’emergenza nazionale connessa alla diffusione di Covid-19.