Il Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile è stato varato con il Dpcm 24 aprile 2019, n. 1360 che stanzia 3,7 miliardi di euro su un arco temporale di quindici anni nel periodo dal 2019 al 2033.
Il provvedimento delinea i criteri per l’utilizzo delle risorse nonché le quote di cofinanziamento statale in relazione alle tecnologie di alimentazione dei mezzi e alla tipologia di servizio svolto (urbano ed extraurbano).
Le risorse del Piano verranno erogate in 3 periodi quinquennali a partire dal 2019, in base a criteri prefissati (che terranno conto ad esempio del numero di passeggeri trasportati e del numero di mezzi circolanti) su tre graduatorie distinte:
- Comuni capoluogo di città metropolitane e Comuni capoluogo di provincia ad alto inquinamento di PM10 e biossido di azoto: a cui verranno assegnati limitatamente al primo quinquennio di applicazione 398 milioni di euro;
- Comuni e le città metropolitane con più di 100.000 abitanti: a cui andrà 1,1 miliardi di euro;
- Regioni: a cui verranno ripartiti 2,2 miliardi di euro.
In questo contesto sono stati stanziati alle Regioni 2,2 miliardi di euro per l’acquisto di nuovi bus ecologici adibiti al trasporto pubblico locale e alle relative infrastrutture, sulla base delle disposizioni del Piano Strategico Nazionale della Mobilità Sostenibile
L’obiettivo è quello di rinnovare il parco dei bus con mezzi meno inquinanti (elettrici, a metano o a idrogeno) e più moderni. riducendo la l’età media del parco vetture per promuovere il miglioramento della qualità dell’aria, ricorrendo a tecnologie innovative in linea con gli accordi internazionali e con le disposizioni normative della Unione Europea.
“In tante città, soprattutto nella pianura padana ma non solo, è emergenza #smog. Serve una rivoluzione nella mobilità urbana: abbiamo assegnato 2,2 miliardi alle Regioni per l’acquisto di nuovi bus ecologici. 400 milioni andranno alle città”, sono le parole che la ministra Paola De Micheli ha postato sul suo profilo twitter per commentare la firma del decreto.
Nello stesso decreto – firmato dal Mit di concerto con il Ministero dello sviluppo economico e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze – oltre alle modalità di erogazione e ai vincoli di destinazione, sono riportate anche le diverse graduatorie, sia relative all’attribuzione dei punteggi ed all’assegnazione delle risorse applicando gli indicatori previsti dal DPCM, che quelle relative alle regioni del centro Nord e del Sud, per tenere conto nell’assegnazione delle risorse del criterio di proporzionalità rispetto alla popolazione residente nelle Regioni del Sud, previsto dall’articolo 7 bis del decreto legge n. 243 del 29 dicembre 2016, convertito con modificazioni dalla legge 27 febbraio 2017, n. 18, e della modalità attuativa dello stesso di cui al DPCM del 7 agosto 2017.
Lo stanziamento prevede, inoltre, che alle regioni del Sud sia destinato circa il 35% delle risorse stanziate. Viene anche stabilito che le risorse assegnate nel primo triennio, sino al 50% del contributo concesso, possano essere destinate alla realizzazione della rete infrastrutturale per l’alimentazione alternativa (es. metano, idrogeno, elettrica).
Fonte: MIT