«Ridare linfa alla Pa grazie ai giovani e proiettarla verso il futuro». Questo il Vangelo secondo Fabiana Dadone per rinnovare/rilanciare il vetusto e burocratizzato apparato amministrativo, in particolare il comparto degli enti territoriali, prima linea istituzionale e tessuto connettivo fondamentale del Paese. Da dove cominciare, allora? Dalle procedure concorsuali da semplificare – risponde il Ministro – per garantire il ricambio generazionale del personale impiegato nel sistema degli enti locali. Un obiettivo da perseguire mediante bandi-tipo per il triennio 2020-2022 che saranno elaborati entro il 30 marzo dallo stesso Ministero al fine di accelerare/snellire le procedure di assunzione, omogeneizzando anche i contenuti della selezione. Ecco perché la Funzione pubblica intende gestire direttamente le prove selettive delle amministrazioni che ne facciano richiesta. A conferma di ciò, la Dadone dichiara: “Grazie ai bandi-tipo messi a punto dalla Funzione pubblica, acceleriamo le procedure dei concorsi, inseriamo professionalità aggiornate e aiutiamo le amministrazioni che lo richiedessero a rafforzare gli organici». Ma non basta. C’è dell’altro nel cappello a cilindro del Ministro: l’affiancamento dei piccoli Comuni nello svolgimento delle attività istituzionali. Un’idea originale che recupera alcuni aspetti della legge «concretezza», approvata dall’ex ministro Giulia Bongiorno, utilizzando le risorse risparmiate grazie alla mancata rilevazione delle impronte digitali ai dipendenti pubblici (20 mln) per finanziare proprio il nucleo concretezza nei piccoli Comuni, ossia la task force – prevista dalla norma inserita nel Milleproroghe- che supporterà le amministrazioni in difficoltà nelle attività tecnico-istituzionali e nell’attuazione delle riforme. Sarà un’attività sperimentale, sempre concentrata nel triennio 2020-2022 e gestita a cura del Formez Pa in sede o a distanza, in base alle esigenze specifiche.