Come dare una mano ai Comuni indebitati? La risposta potrebbe venire da una norma della Manovra 2020, una sorta di “Salva-Roma” esteso agli enti locali che metterebbe a disposizione 42 miliardi per ristrutturarne il debito. In particolare, il problema sono gli interessi pesanti relativi ai mutui contratti in precedenza che sottraggono risorse vitali, soprattutto agli enti di piccole dimensioni. Illuminante a tal proposito una ricerca del Sole24 Ore secondo la quale, in circa 900 Comuni (11,7% del totale) i tassi di interesse divorano oltre il 18% della spesa corrente. In altri 1.700 enti (22% del totale) i tassi d’interesse pesano per un valore che va tra il 12 e il 18% della spesa. Solo il 42% dei Comuni riesce a mantenere le uscite per debiti inferiori all’8% delle spese totali. Quale, allora, la soluzione? Trasferire il debito allo Stato che pagherebbe interessi più bassi consentendo ai Comuni di liberare risorse da destinare ad attività e servizi più utili per i cittadini. A questo punto, una volta approvata la Manovra dal Parlamento, la parola passerebbe al Ministro dell’economia e delle finanze che dovrebbe emanare un apposito decreto per permettere il passaggio del mutuo dal Comune allo Stato. Quest’ultimo si farebbe carico del tasso d’interesse, mentre il debito rimarrebbe in capo all’ente locale.
Nel caso di mutuo contratto con la Cassa depositi e prestiti, invece, il trasferimento si tradurrebbe nell’estinzione del debito con il pagamento di una penale. Eventualità comunque vantaggiosa per il Comune. Di questa prospettiva complessiva si parlerà il prossimo 7 novembre durante un incontro programmato fra Governo ed enti locali, sollecitato dal presidente dell’Anci, Antonio Decaro, e promesso dal premier Conte. Da lì in poi dovrebbe partire un tavolo di confronto sulla Manovra, accompagnandola verso l’iter finale, centrato sul rispetto delle assicurazioni governative reiterate a più riprese: basta tagli ai Comuni, più risorse per gli investimenti nei territori.