“È legittimo che un Comune, che sia grande come Roma o piccolo come Morterone, che possa contare su diverse migliaia di dipendenti o soltanto su tre, sia obbligato a tenere aggiornate tra 100 e 150 informazioni e comunicazioni, a cadenze diverse, verso diverse articolazioni dello Stato? È davvero indispensabile che per un concorso bandito per assumere personale nei Comuni, quindi per risolvere una carenza ormai cronica di organico, si debbano attivare 16 procedure amministrative che assorbono fino a un anno e mezzo di tempo? Più ancora che legittima, io e tutti i sindaci italiani ci domandiamo se questa situazione sia logica” dichiara il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro.
“La battaglia per la semplificazione amministrativa che abbiamo attivato oltre un anno fa raccogliendo suggerimenti e indicazioni da tutti i sindaci, parte da questo fatto. È una battaglia di liberazione. Per questo abbiamo chiamato la proposta di legge che oggi illustriamo alla commissione Affari istituzionali della Camera, “Liberiamo i sindaci”. Liberando i sindaci, liberiamo le nostre comunità e rendiamo più semplice la vita ai cittadini. Non stiamo ponendo all’attenzione del parlamento questioni che stanno a cuore a qualche dirigente comunale. Si tratta di consentire ai sindaci di mantenere gli impegni assunti quando sono stati eletti, di garantire efficienza ai cittadini e anche di risparmiare. Per tutti gli obblighi informativi e di comunicazione di atti allo Stato, ogni Comune deve tenere impegnato almeno un dipendente, un istruttore amministrativo, che costa 35mila euro all’anno. Se moltiplichiamo questo costo per il numero dei Comuni, solo snellendo le comunicazioni allo Stato risparmieremmo circa 280 milioni di euro. Siamo convinti che il parlamento sosterrà questa iniziativa che parte dai territori attraverso le proposte dei sindaci italiani”.
Fonte: ANCI