Un altro tassello si aggiunge alla controversa vicenda generata dalla deliberazione della sezione piemontese della Corte dei conti (delibera n. 46/2019) secondo la quale, non rientrando il servizio di trasporto scolastico nell’elenco dei servizi a domanda individuale, “il costo del servizio stesso deve trovare totale copertura da parte degli utenti”.
In questo contesto, una norma richiesta dall’Anci e inserita dal Governo nel decreto scuola approvato dal Consiglio dei Ministri il 6 agosto 2019 avrebbe potuto sparigliare le carte, ma la crisi di Governo ha impedito l’approvazione del decreto legge e con esso la norma sul trasporto scolastico.
“In questa situazione di criticità – si legge sul Sole 24 ore – un’altra Corte dei conti (Puglia deliberazione n. 76/2019), pur condividendo le motivazione dei colleghi piemontesi, chiarisce due passaggi fondamentali. Il primo riguarda la possibilità da parte degli enti locali di poter inserire, tra le risorse volte ad assicurare l’integrale copertura dei costi, eventuali contribuzioni regionali destinate al diritto allo studio. Il secondo e più importante passaggio concerne, invece, la possibilità per l’ente locale di poter destinare, nella propria autonomia finanziaria, specifiche risorse finanziarie purché reperite nel rispetto della clausola d’invarianza finanziaria espressa nel divieto dei nuovi e maggiori oneri. Entrambe le soluzioni permetteranno, così agli enti locali, di poter assicurare il servizio all’apertura del nuovo anno scolastico purché con spese non superiori a quelle stanziate nel bilancio precedente, ovvero destinando eventuali specifiche risorse addizionali qualora fornite da specifichi contributi regionali”.
I giudici contabili pugliesi, pur aderendo alle motivazioni contenute nel parere dei colleghi piemontesi, offrono alcuni utili chiarimenti, dirimenti per quanto riguarda la possibilità di poter continuare il servizio anche per il nuovo anno scolastico, rassicurando i molti enti locali in attesa dell’intervento legislativo. La Corte chiarisce, infatti, che «nell’obbligatorio rispetto dell’economicità del servizio, presupposto essenziale per consentire l’effettività e la continuità della sua erogazione, tra le risorse volte ad assicurare l’integrale copertura dei costi possono essere ricomprese le contribuzioni regionali e quelle autonomamente destinate dall’ente nella propria autonomia finanziaria purché reperite nel rispetto della clausola d’invarianza finanziaria espressa nel divieto dei nuovi e maggiori oneri (v. C.d.c., Sezione controllo Campania, parere n. 102 del 28 maggio 2019), con corrispondente minor aggravio a carico all’utenza». In sostanza, gli enti locali potranno continuare ad assicurare il servizio purché il costo non sia superiore a quello sostenuto nell’esercizio precedente e, in caso di contribuzione regionale, avranno la possibilità di destinare parte di queste risorse per finanziare anche un possibile incremento del servizio.
Sulla questione è intervenuta nuovamente l’Anci con Cristina Giachi, presidente della commissione Istruzione, politiche educative ed edilizia scolastica dell’Anci e vicesindaca di Firenze “La mancata approvazione e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della norma sul servizio gratuito di scuola bus, contenuta nell’art.5 del Decreto Scuola, mette i Comuni in forte difficoltà. Ancora una volta non si fa il minimo sforzo per comprendere che cosa sia concretamente il servizio pubblico offerto ai cittadini. E inoltre si interpreta in modo sbagliato la nozione di servizio pubblico confondendola con l’idea di un servizio a copertura pubblica integrale”.
“Nessun servizio di trasporto pubblico è configurato in questo modo”, evidenzia Giachi. “Stabilire per legge che non possa essere prevista una tariffa come contributo per la copertura del costo di esercizio del servizio di scuolabus significa paralizzare il servizio comunale. E siccome in tutti i Comuni italiani tale servizio è organizzato prevedendo una tariffa a contribuzione e mai a copertura del servizio, la mancata approvazione del decreto rende inadempienti e perseguibili le amministrazioni comunali”. “Auspichiamo – :conclude Giachi – che l’eventuale prossimo governo possa risolvere, al più presto, questa situazione di stallo”.