La rete degli enti territoriali di piccole dimensioni, ovvero con meno di 5000 abitanti, è stata al centro del dibattito che ha animato l’Assemblea dell’Anci Toscana con la partecipazione dei responsabili nazionali Anci del settore. Qualche numero ci sembra utile per dare sostanza e consistenza all’intensa discussione che si è sviluppata alle Murate di Firenze. I piccoli Comuni (sotto i 5mila abitanti) in Toscana sono 119 su 273 (43,6%), quelli montani sono 149 (107 totalmente, 42 parzialmente). I Comuni associati in unione sono il 51% Le unioni di Comuni sono 23. I comuni nati da fusione sono 14.
“A luglio avremo la Conferenza dei Piccoli Comuni, con l’obiettivo di confrontarci con le grandi e medie città – ha detto Massimo Castelli, il coordinatore nazionale dei Piccoli Comuni e Sindaco di Cerignale, facendo seguito all’intervento di apertura di Claudio Scarpelli, vicepresidente di Anci Toscana e Sindaco di Firenzuola – Ci vogliono politiche urgenti e differenziate, perché stiamo perdendo una fondamentale parte d’Italia senza accorgercene. Anci può dare stimolo e input per un nuovo paradigma, che riconosca l’identità dei borghi; ce lo impongono i cambiamenti sociali e climatici che non possiamo più ignorare. E non possiamo più tollerare che si facciano norme che considerano i Comuni come comitati d’affari: la stragrande maggioranza dei Sindaci lavora solo per le proprie comunità e ha bisogno di semplificazione. Questo Governo ha dimostrato una certa sensibilità, ma non basta. E’ necessario intervenire”.
Una sollecitazione pienamente colta da Matteo Luigi Bianchi, coordinatore Anci per le Aree interne e Sindaco di Morazzone, che ha affrontato diverse questioni cruciali come la battaglia contro lo spopolamento, il principio cardine della volontarietà per le gestioni associate, il superamento del limite dei due mandati per i Sindaci, la necessità di maggiori strumenti per i piccoli Comuni: “Anci ha una grande forza e una grande responsabilità, perché al di là delle appartenenze politiche, i Sindaci devono far sentire forte la loro voce per mettere le autonomie locali al centro del dibattito istituzionale. Se al Governo, di qualsiasi colore, ci fossero più Sindaci, porterebbero la loro concretezza e le cose andrebbero sicuramente meglio. Per affrontare le sfide della globalizzazione è necessario un radicamento nel territorio, e questo è prerogativa dei piccoli Comuni, che sono l’ossatura del nostro Paese”, ha concluso.
La discussione è proseguita con gli interventi di parecchi altri Primi cittadini e amministratori locali che hanno sottolineato e analizzato dal proprio punto di vista i molteplici aspetti della problematica al centro dei lavori. Da segnalare, in particolare, le parole espresse da Cristina Giachi, vicesindaco di Firenze che, come coordinatore nazionale Anci sulla scuola, ha ricordato l’impegno per rivedere i parametri dimensionali delle scuole a favore dei piccoli Comuni. Sintetizzare un dibattito vivace e ricco come quello che ha caratterizzato l’Assemblea dell’Anci Toscana è operazione discutibile, esposta al rischio del travisamento e della dimenticanza di posizioni importanti, ma spesso necessaria. In questo caso, tuttavia, non riteniamo di sbagliare se riportiamo a mo’ di conclusione un concetto ripreso un po’ da tutti, sebbene con toni e accenti diversi: “Salvaguardare e rilanciare i piccoli Comuni significa salvaguardare e rilanciare il futuro del nostro paese: una realtà di cui è sempre più urgente che Governo e Parlamento prendano atto, per evitare che spopolamento e difficoltà diventino irreversibili, quando invece il potenziale potrebbe trasformarsi in un vero motore di rinascita”.