“Si rende necessario, infatti, dare e garantire agli amministratori locali un indirizzo chiaro e univoco, al fine di rispettare integralmente il sapiente dettato della Corte Costituzionale, senza dover attendere tempi lunghi o peggio incorrere in danni irreparabili”. Questo l’incipit della parte conclusiva della lettera aperta inviata dal Viceministro all’economia, Laura Castelli, alla Corte dei conti –ripresa anche dal Sole 24Ore – per chiedere un parere di orientamento che illumini le sezioni regionali della stessa Corte su una questione particolarmente delicata: il rispetto del dettato della sentenza n. 18/2019 della Corte Costituzionale in merito al ripiano del disavanzo dei Comuni in crisi finanziaria. Come è noto, il giudice delle leggi aveva bocciato con quella pronuncia la possibilità per gli enti deficitari di ripianare i debiti in un periodo di tempo molto lungo (30 anni). Di qui l’annunciata intenzione da parte del Ministero di proporre in sede di Conferenza Stato-Città la proroga al 30 aprile dell’approvazione dei bilanci dei Comuni interessati dalla pronuncia. Si configurerebbe, così, una boccata d’ossigeno, sebbene provvisoria, per tutti gli enti sull’orlo del dissesto: il più ampio termine entro cui i Comuni con il piano anti-crisi all’esame della Corte dei conti potrebbero chiudere i bilanci preventivi di quest’anno e fissare le nuove aliquote di addizionale Irpef, Imu e degli altri tributi appena scongelati dalla manovra. Aprile, di conseguenza, diventa mese decisivo per un “gioco ad alto rischio” che vedrà protagonista un singolare triangolo – Mef, Corte dei Conti e Comuni in difficoltà – interagire al suo interno per trovare le soluzioni concrete a sbrogliare una matassa che resta complicata e potenzialmente pericolosa.