«Ricorriamo al giudice per il ripristino delle risorse perché quei soldi sono nostri, ci spettano e, nonostante la nostra richiesta in tutti i tavoli con il Governo, non ci è stata data alcuna spiegazione sul perché non ci siano stati restituiti al termine del taglio stabilito per legge e che per legge doveva terminare nel 2018.”
Così il presidente dell’Anci Antonio Decaro spiega in un’intervista resa al Corriere della Sera le motivazioni del ricorso presentato al Tar del Lazio per riottenere i 563,4 milioni prelevati. E’ del 2014 infatti la norma che indicava come in tre anni (poi passati a quattro) il termine del contributo spettante ai Comuni “per la competitività e la giustizia sociale” (dl 66 del 2014). Nel 2019, quindi, i Comuni attendevano un incremento del Fondo di solidarietà comunale pari al taglio subito.
“Tanto meno possiamo accettare una scelta che ha conseguenze gravi sui nostri bilanci mentre Province e Città metropolitane vedono ristorato lo stesso taglio. Quando si privano i Comuni di risorse, si costringono i Sindaci a ridimensionare i servizi o a mettere le mani nelle tasche dei cittadini per poter mantenere gli impegni presi con gli elettori», ha concluso Decaro.
La ripartizione dei 563,4 milioni riguarda tutti i Comuni italiani, nessuno escluso. Molti dei quali stanno promuovendo azioni di accertamento del credito in sede civile. A sostegno del ricorrente Anci, che agisce per conto di tutti i Comuni, si è costituito anche il Comune di Genova ad adiuvandum. Per alcuni municipi, infatti, il ristoro della somma è più importante che per altri e ognuno adotta scelte legali differenti, pur nella compattezza della battaglia.