I dati di Eurobarometro mettono in evidenza il divario di percezione sull’antisemitismo. Una percezione che cambia ad esempio tra gli over 40 anni e le giovani generazioni. Contro l’indifferenza e la distorsione della storia, per costruire un presente più consapevole, molti Comuni italiani anche quest’anno nei mesi di gennaio e febbraio, propongono e promuovono diverse iniziative pubbliche nell’ambito del Giorno della Memoria, per celebrare, nell’anniversario dell’abbattimento dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau (27 gennaio 1945), tutte le vittime dei campi di sterminio nazisti.
“Noi italiani abbiamo il dovere morale non solo di ricordare ma anche di combattere, senza remore e senza opportunismi, ogni focolaio di odio, di antisemitismo, di razzismo, di negazionismo, ovunque esso si annidi […]” ha detto ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo ieri al Quirinale, alla cerimonia dedicata al Giorno della Memoria. Quel male alberga nascosto, come un virus micidiale, nei bassifondi della società, nelle pieghe occulte di ideologie, nel buio accecante degli stereotipi e dei pregiudizi – ha sottolineato il capo dello Stato – Pronto a risvegliarsi, a colpire, a contagiare, a distruggere, appena se ne ripresentino le condizioni”.
E a dargli ragione sono proprio gli ultimi risultati di Eurobarometro che rilevano come di fatto esista un divario di percezione sull’antisemitismo: mentre l’89% degli ebrei afferma infatti che l’antisemitismo è aumentato significativamente negli ultimi 5 anni, solo il 36% del resto della popolazione ritiene che sia relativamente cresciuto. In media, solo quattro europei su dieci ritengono che l’Olocausto sia sufficientemente ricordato nelle scuole. Il 34% degli intervistati non sa che la negazione dell’Olocausto rappresenti un reato. In generale il 50% degli europei ritiene che l’antisemitismo sia un problema nel proprio Paese. Per il 39% i rischi sono stabili mentre per il 10% degli intervistati sono assolutamente diminuiti. In otto Paesi, con percentuali diverse, si ritiene che l’antisemitismo sia un problema: Svezia (81%), Francia (72%), Germania (66%), Olanda (65%), Regno Unito (62%), Italia (58%), Belgio (50%, ma il 49% non lo reputa minimamente un problema) e Austria (47%). In altri 20 invece la maggioranza dell’opinione pubblica ritiene che non vi sia alcun sentimento antisemita.
L’indagine è stata condotta su 27. 600 persone nei 28 Stati membri. Ed è il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, a ribadire non senza preoccupazione che: “Purtroppo l’antisemitismo sta rialzando la testa in tutta Europa. In un momento in cui l’odio è tornato ad essere uno strumento politico, le nostre comunità ebraiche vivono troppo spesso nel timore di essere vittime di discriminazioni, abusi e persino violenze. Ogni volta che la tolleranza e il rispetto reciproco sono rimessi in discussione, cresce l’antisemitismo. E’ quindi indispensabile che ogni cittadino europeo sappia e comprenda quali orrori l’antisemitismo ha portato nella nostra storia. Mentre gli ultimi sopravvissuti all’olocausto vengono via via a mancare, la responsabilità di mantenere viva la memoria delle pagine più buie della nostra storia ricade sulle nostre spalle e su quelle delle future generazioni. E’ nostro dovere onorare la memoria di sei milioni di vittime. Per non dimenticarle, per non tornare a vivere gli orrori del passato”.