Diverse e circostanziate le critiche che l’Anci rivolge alla Manovra contenuta nella legge di Bilancio 2019, approvata definitivamente dalla Camera. “Quella venuta fuori dal maxiemendamento è una manovra punitiva per i Comuni. Nonostante, infatti, si affrontino spese in molti settori statali, si privano gli enti locali di fondi dati per certi e di manovrabilità sulla spesa corrente. Una scelta incomprensibile, non lenita dagli sforzi pur fatti per la parte degli investimenti, una scelta alla quale ci auguriamo si possa porre rimedio da subito, già a gennaio”. È il commento del presidente Antonio Decaro. “Che si torni a una stagione di tagli ai Comuni è un fatto incontestabile, perché mancano oltre cento milioni dei 300 che spettano a 1.800 Comuni per un errore di calcolo nel passaggio dall’Imu alla Tasi – spiega Decaro – e perché non ci sono stati riconosciuti i 560 milioni relativi al taglio del dl 66, scaduto nel 2018. Un grave danno relativo alla manovrabilità degli amministratori, è quello provocato dall’innalzamento della soglia di accantonamento per il fondo crediti dubbia esigibilità. Con una novità, peraltro: che la quota da accantonare si riduce se si pagano in tempo le aziende. E’ un po’ come se il vigile punisse l’automobilista che passa col rosso, non togliendo punti della patente, ma privandolo del certificato rilasciatogli dalla parrocchia alla Comunione: si mettono in relazione cose che nulla hanno a che fare l’una con l’altra”.
Una nota positiva, tuttavia, Decaro la dedica allo sforzo mantenuto in manovra per finanziare gli investimenti anche dei Comuni. “Ci sono, per fortuna, le risorse dovute per il bando periferie e bloccate con il milleproroghe – dice – e ci sono 400 milioni per le opere in tanti piccoli Comuni. È un bene, ma non basta. Anche perché, notoriamente, gli investimenti si fanno grazie alle idee e al lavoro delle persone. Non è possibile assicurare un percorso di progettazione e sviluppo delle opere pubbliche senza poter contare su risorse correnti adeguate, ma anzi dovendo fare i salti mortali per mantenere servizi essenziali di welfare locale“. Non a caso, nella nota di lettura sulla legge di Bilancio predisposta insieme a Ifel, l’Anci “chiede un provvedimento urgente finalizzato a evitare contenziosi e ad assicurare maggiori spazi di manovra limitando al minimo le insostenibili riduzioni di risorse di parte corrente, fondamentali per assicurare il ruolo dei Comuni nella ripresa economica e nella gestione dei servizi locali. A tal fine, predisporrà una bozza di decreto-legge da proporre alla discussione con il Governo, attivando comunque, in collaborazione con i Comuni, ogni iniziativa utile in sede giurisdizionale per far valere le ragioni dei Comuni al fine di ottenere le risorse sottratte necessarie a finanziarie il fabbisogno delle funzioni fondamentali”.