Sensibilizzare alla lettura dei giornali persone di tutte le età, con particolare riguardo ai giovani, rilanciando al tempo stesso il ruolo e la funzione delle edicole come potenziali “centri di servizio” nei Comuni, sono gli elementi alla base del protocollo d’intesa siglato tra gli editori italiani della Fieg e l’Anci. Il 24 ottobre a Rimini, in occasione dell’Assemblea nazionale dei Comuni italiani saranno il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, il presidente dell’Anci e Sindaco di Bari, Antonio Decaro, e il coordinatore delle Città metropolitane, Dario Nardella, primo cittadino di Firenze, ad illustrare le iniziative programmate e gli sviluppi dell’accordo.
In questo quadro, da alcuni mesi è stata avviata una campagna a sostegno della raccolta di firme promossa dall’Anci, per la presentazione di una legge di iniziativa popolare che prevede l’educazione alla cittadinanza come materia d’insegnamento nelle scuole. La bozza prevede l’introduzione di una lezione autonoma, come ora aggiuntiva curriculare o, se questo non fosse possibile, la rimodulazione degli orari delle discipline storico-filosofico e giuridiche. Nell’eventualità di una quanto mai prossima realizzazione dell’iniziativa potrà essere un’apposita commissione ministeriale a studiare la collocazione della nuova materia nei piani di studio.
Gli editori ritengono la proposta di legge rilevante e costruttiva per promuovere la conoscenza della Costituzione e con essa il diritto di informare, di informarsi e di essere informati attraverso l’utilizzo dei giornali come indispensabile ausilio della nuova materia d’insegnamento. Dal Rapporto Fieg sull’industria dei quotidiani in Italia del 2017, vediamo come il biennio 2015-2016 si sia chiuso con un calo complessivo della diffusione dei giornali inferiore al 20%. Ad inizio 2015, infatti, la diffusione media giornaliera era di poco superiore ai tre milioni di copie e a dicembre 2016 è scesa sotto i due milioni e mezzo di copie. I primi mesi dello scorso anno le rilevazioni non sembrano essersi discostate da questo trend: a maggio 2017, infatti, la diffusione è risultata inferiore del 3% rispetto a dicembre 2016 e dell’11% rispetto all’aprile dello stesso anno.