Il triennio di ripresa 2015-2017 conferma che la recessione è ormai alle spalle per tutte le regioni italiane, e tuttavia gli andamenti sono alquanto differenziati, sebbene secondo l’Istat la crescita a livello nazionale sarebbe in rallentamento in base ai dati più recenti del II trimestre 2018. Il grado di disomogeneità sul piano regionale e settoriale è, comunque, estremamente elevato nel Mezzogiorno. Questa la fotografia scattata dal Rapporto Svimez 2018 dell’economia e della società del Mezzogiorno. Nel merito, Calabria, Sardegna e Campania, sono le regioni meridionali che fanno registrare il più alto tasso di sviluppo nel 2017, rispettivamente +2%, +1,9% e +1,8%. Si tratta, tuttavia, di variazioni del PIL più contenute rispetto alle regioni del Centro-Nord, se confrontate al +2,6% della Valle d’Aosta, al +2,5% del Trentino Alto Adige, al +2,2% della Lombardia.
In Calabria, la regione che l’anno scorso ha registrato la crescita più accelerata, nel periodo 2015-2017 sono state soprattutto le costruzioni a trainare la ripresa (+12% nel triennio), grazie anche alle opere pubbliche realizzate con i fondi europei, seguite dall’agricoltura (+7,9%) e dall’industria in senso stretto (+6,9%). Modesto, invece, l’andamento dei servizi (+2,9%) nell’ultimo triennio. Quanto alla Sardegna, è uscita con qualche incertezza dalla fase recessiva rispetto alle consorelle, dopo l’andamento negativo del prodotto nel 2016 (-0,6%), nel 2017 ha ottenuto un significativo +1,9%. Nel periodo di riferimento è stata soprattutto l’industria in senso stretto a marcare un andamento decisamente positivo (+12,9%), mentre le costruzioni si attestano su un +3,1% e i servizi su +3%. Va, invece, decisamente male l’agricoltura, che segna -4,2% nel triennio.
In Campania, dopo la revisione dell’andamento del PIL del 2016 (che scende da +2,4% a +1,5%), nel 2017 il prodottolordo ha continuato a crescere dell’1,8%, confermando un importante dinamismo. Molto bene le costruzioni (+16,5% nel 2015-2017), spinte dalle infrastrutture finanziate con i fondi europei, ma anche l’industria in senso stretto prosegue la sua corsa (+8,9% negli ultimi tre anni), grazie soprattutto alla spinta dei Contratti di Sviluppo. I servizi fanno segnare nel triennio un più modesto +3,7%, per merito in particolare del turismo. Mentre l’agricoltura va in controtendenza e accusa una flessione tra 2015 e 2017 pari a -1,3%.
La Puglia, che nel 2016 aveva molto frenato (+0,2%) rispetto al positivo andamento del 2015 (+1%), rialza la testa e il PIL regionale nel 2017 si attesta a +1,6%. Merito, in particolare, dell’industria delle costruzioni, anche in questo caso trainata dalla spesa dei fondi europei per le opere pubbliche (+11,5%), ma anche da un’intonazione positiva dell’industria in senso stretto (+9,4%). L’agricoltura registra una performance positiva (+4% nel triennio), mentre sono sostanzialmente stazionari i servizi, che raggiungono un modesto +0,7%.
Anche l’Abruzzo rialza la testa, nel 2017, con un PIL che cresce dell’1,2% (+0,3% nel 2015 e +0,2% nel 2016). La ripresa si deve soprattutto all’agricoltura (+9% nel triennio), e in parte anche all’industria in senso stretto (+3,8%). I servizi segnano un modesto incremento del +2%, mentre le costruzioni, in controtendenza rispetto al resto del Sud, vanno male: la loro performance tra il 2015 e il 2017 è negativa.
La Basilicata si attesta su un incremento del PIL modesto, +0,7% nel 2017 – prosegue nella sua panoramica il rapporto Svimez – dopo la forte accelerazione della crescita negli anni scorsi: addirittura +8,9% nel 2015, +1,3% nel 2016. Da notare che l’industria è in forte ripresa già dal 2014 e continua a trainare l’economia regionale, sia pure con intensità diverse, nel triennio, al termine del quale vanta una performance molto positiva (+47% nel 2015-2017). Nel periodo, vanno bene anche le costruzioni (+18,3%), mentre sia i servizi (- 4 1,3% nel triennio) che l’agricoltura (-1,2%) appaiono in controtendenza rispetto al resto dell’economia meridionale.
La Sicilia, invece, sconta un rallentamento della crescita, +0,4% nel 2017, dopo aver registrato un aumento del PIL dell’1% nel 2016 e dello 0,9% nel 2015. Nell’Isola, l’industria in senso stretto fa segnare nel triennio di ripresa una performance importante (+14,1%), anche l’agricoltura registra un andamento complessivamente positivo (+2%) e così i servizi (+1,6%). Purtroppo, a frenare l’andamento dell’economia siciliana, cosìcome in Abruzzo, è il settore delle costruzioni (-6,3% nel periodo 2015-2017).
Infine, l’unica regione meridionale che nel 2017 sconta un andamento negativo del PIL è il Molise, -0,1%, che era cresciuto dell’1,3% nel 2015 e dell’1,1% nel 2016. Nel triennio di riferimento l’economia regionale è stata sostenuta principalmente dalle costruzioni (+26,4%), ma l’industria in senso stretto ha realizzato performance particolarmente negativa (- 7,4%). I servizi hanno registrano un +2%, mentre si è dimostrata stagnate l’agricoltura (+0,4%).