“Stiamo predisponendo il rinvio al primo gennaio 2019 dell’obbligo di fatturazione elettronica per le vendite di carburanti ai soggetti con partita IVA. Questa categoria si è trovata ad essere prescelta per “sperimentare”, in anticipo su tutte le altre, l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica”, queste le parole del Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio. “Nei prossimi giorni vogliamo avviare un tavolo tecnico al MiSE con le federazioni dei gestori per scongiurare lo sciopero annunciato e per sviscerare il problema” ha aggiunto.
La fatturazione elettronica porterebbe con sè l’eliminazione delle schede-carburante: documenti che disciplinano le forniture di benzina e diesel delle compagnie petrolifere ai gestori della rete composta da 21mila stazioni in tutta Italia. In quelle bolle spesso si annida l’evasione. Testimoniata dalle indagini effettuate in tutta Italia dalla Guardia di Finanza che ogni anno scopre frodi carosello per evadere l’Iva. La fatturazione cartacea è anche foriera di errori e imprecisioni e per questo lo Stato vuole vederci chiaro, visto l’importante gettito erariale. Ecco perché l’ultimo viceministro al Tesoro (con delega al Fisco), Luigi Casero, aveva seguito il dossier prevedendo l’introduzione dell’e-fattura con un percorso a tappe che avrebbe dovuto dare il tempo a tutti gli attori della filiera di studiare gli applicativi.
Le organizzazioni di categoria dei gestori degli impianti di rifornimento carburanti valuteranno “già domani mattina” se cancellare lo sciopero nazionale del 26 giugno dopo il rinvio prospettato dal ministro Di Maio sulla fatturazione elettronica. “Siamo particolarmente attenti a questo tipo di dichiarazioni per noi è un segnale importante”, dicono dalla Fegica/Cisl, aggiungendo di “aspettarsi una convocazione” al Mise “per domani e ci auguriamo fortemente che questo possa accadere perché per noi la dichiarazione va nella direzione sperata”.