L’eccesso di burocrazia costa alle micro e piccole imprese (quelle fino a 19 addetti) 33 miliardi in media all’anno, circa 8.000 euro ad azienda. L’allarme è di Rete imprese Italia, secondo cui il peso della burocrazia sul profitto lordo dell’imprenditore ammonta al 39% e la forchetta dei costi si colloca tra 28,1 e 38,5 miliardi. Tra le grandi città la più cara è Napoli, con un costo annuo di 8.125 euro. A Roma il peso si ferma a 8.028 euro, mentre a Milano scende a 7.562 euro, contro una media nazionale di 7.900 euro. A livello di settore di va dagli 11.124 euro della ristorazione ai 7.381 euro del commercio, fino ai 5.809 euro del manifatturiero.
“La burocrazia è una vecchia malattia: i conti annuali per gli adempimenti delle micro e piccole imprese assommano a circa 33 miliardi, 8 mila euro per ogni impresa”. Queste le parole del presidente di Rete imprese Italia, Carlo Sangalli, che ha presentato una ricerca sui costi della P.A. Lo studio rileva come il settore più colpito sia quello della ristorazione e dei pubblici esercizi (in media oltre 11 mila euro). Ecco che, si legge, “l’eccesso di adempimenti riduce il profitto lordo del 39%”. Per Sangalli “è un prezzo che nessuna impresa merita di pagare”.
Tra gli adempimenti piu’ gravosi: la tracciabilità e l’autocontrollo degli alimenti e Hccp, gli adempimenti fiscali, la gestione delle paghe del personale e la contabilità, i rapporti con il commercialista e le società di servizi, i rapporti con gli enti locali. Alla macchina burocratica viene imputata lentezza nei tempi di risposta e nel fornire aiuto per semplificare il rispetto degli adempimenti, l’impreparazione e il mancato aggiornamento degli addetti, la mancanza di comunicazione interna tra le varie amministrazioni, i call center spesso inefficienti, la reiterata richiesta degli stessi dati. L’eccesso di burocrazie, secondo Rete imprese Italia, finisce anche per generare un eccesso di evasione fiscale.