Dare l’estremo saluto ai defunti è una prassi comune a tutte le civiltà ed epoche storiche (e anche preistoriche). In genere, questa cerimonia ha assunto connotati religiosi, poiché la credenza e la speranza di un’altra vita oltre la morte hanno alimentato da sempre le diverse fedi conosciute nei secoli. Templi, chiese, sinagoghe, moschee, sono i luoghi tradizionalmente idonei a celebrare i funerali, prima del seppellimento nei cimiteri o il rogo della salma. Ma non tutti credono in un Dio, nella resurrezione della carne e nella vita eterna. Ci sono anche gli atei, gli agnostici, i miscredenti, in altre parole. E dove e come potranno costoro rendere omaggio ai propri defunti? La questione non è peregrina. Tant’è che l’Unione atei agnostici razionalisti italiani ha chiesto la predisposizione di una sala del commiato in ogni Comune, affinchè anche i non credenti abbiano un luogo dove poter ricordare i propri cari il giorno del funerale senza doversi avvalere di strutture religiose. Va detto che la sala del commiato è un locale dedicato alle cerimonie laiche prima della sepoltura. Un momento molto intimo che, a tutti gli effetti, sostituisce quello religioso. Durante il commiato, chi lo desidera può raccontare storie, aneddoti e momenti particolari della vita della persona che si sta ricordando. A volte si ascolta musica, in altri è previsto un piccolo rinfresco. Generalmente, nelle città, questi spazi si trovano all’interno dei cimiteri stessi, ma in molti paesi (soprattutto quelli più piccoli) questo locale è inesistente. Non si tratta, tuttavia, di una mera opzione, bensì di un vero e proprio obbligo. Secondo una legge varata nel 2001, infatti, i Comuni devono istituire una sala per le onoranze funebri al feretro. Eppure non sono molti gli enti che l’abbiano rispettata. “Per questo motivo – dice un esponente dell’Unione – abbiamo inviato una richiesta scritta a tutti i Comuni per capire quale sia la situazione. In base alle risposte decideremo come muoverci”. In effetti sono sempre più numerosi i cittadini che optano per il funerale civile rispetto a quello religioso. Secondo le stime di Gfk-Eurisko ed Eurispes, il 19% degli italiani è ateo o agnostico: circa undici milioni di cittadini non credenti ai quali va data una risposta in merito, fornendo adeguate strutture per le esequie laiche.