“Non si può gestire ciò che non si può misurare”. Questo il concetto chiave, mutuato da Robert Kaplan, che ispira il progetto Ermes e, in particolare, il Rapporto Comuni 2017, presentato e discusso ieri a Roma, a Palazzo Valentini, da un parterre di autorevoli esponenti istituzionali. Realizzato da un gruppo di ricercatori coordinati da Natalia Buzzi su un campione di 2298 Comuni (con almeno 5000 residenti e 11 dipendenti), rappresentativi di circa 50 milioni di abitanti, il Rapporto s’incentra soprattutto sul personale dipendente degli enti presi in esame. Due gli aspetti considerati: le assenze (media nazionale di 50,2 giorni lavorativi anno) e i fondi integrativi destinati a finanziare il salario accessorio in base alla contrattazione di secondo livello (4751 euro per dipendente). Il terzo aspetto analizzato dallo studio, ricco di dati e corredato da tabelle e grafici esplicativi di rara efficacia, riguarda invece la gestione delle entrate proprie (553 euro procapite anno). In altre parole, la valutazione della capacità di gestione dell’autonomia finanziaria da parte dei Comuni.
Obiettivo dichiarato dagli autori dell’indagine, mettere in campo uno strumento agile e utile per il management della Pa locale, in grado di assistere le scelte politico-programmatiche. Finalità apprezzata da Marco Iacobucci – Ragioniere generale della Città metropolitana di Roma – il quale ha auspicato che un simile studio sia esteso anche alla nuova realtà delle Città metropolitane, il cui modello organizzativo con funzioni di area vasta è privo di riferimenti storici da cui trarre insegnamento. E’ toccato poi a Natalia Buzzi illustrare più nel dettaglio struttura e caratteristiche del Rapporto a partire dall’indicazione delle banche dati utilizzate proprio per reperire le informazioni necessarie allo svolgimento dell’indagine, quella del Conto annuale della Ragioneria generale dello Stato, quella dei certificati consuntivi degli enti locali e il portale Comuniverso di Ancitel. Un ulteriore riconoscimento per Ancitel è venuto anche da Enzo Bianco, presidente dell’Anci, che pubblicamente ha ricordato il vasto patrimonio di dati detenuti e gestiti da quella che da trent’anni è la principale società di servizi dell’Associazione nazionale dei Comuni.
Interrogato da Gianni Trovati del Sole 24Ore – che ha animato il dibattito enfatizzando l’utilità della discussione pubblica per migliorare la stessa qualità dei dati che serviranno poi ai decisori politici per costruire ragionamenti, strategie e scelte operative, ma anche segnalando le forti discrepanze fra i Comuni che emergono dalla ricerca in materia di alimentazione dei fondi integrativi e di gestione delle entrate proprie – Bianco ha ribadito un suo recente mantra: “Siamo felici che tanti ci controllino, ma vorremmo che qualcuno ci aiutasse. Compito che svolge egregiamente proprio questa ricerca”. Poi ha aggiunto: “Attenzione al sensazionalismo, però. A volte si fa confusione sui media fra assenze e assenteismo, ma non sono la stessa cosa. In effetti – ha detto – le differenze tra i Comuni sono enormi e in tutti i settori, spesso dovute a tradizioni radicate e/o ai pesanti tagli delle risorse occorsi in questi anni per la spending review. Oggi, comunque, dobbiamo ricercare performance di qualità per rilanciare l’azione amministrativa dei territori. Dobbiamo muoverci con una dinamica concertata, ad esempio per ridurre alcune voci ingiustificate del salario accessorio”. Trovati non ha perso la battuta ricordando che del miliardo erogato per i Fondi integrativi dei Comuni, la parte variabile ammonta soltanto a 330 mln, la quota fissa invece cuba 600 mln”.
Lino Castaldi – Ispettore Generale Capo IGOP-RGS del Ministero dell’economia – ha riconosciuto che si tratta di “fondi bizantini inventati nel ’93 e resi anelastici. Poi con l’avvento della crisi il sistema si è inceppato e le risorse aggiuntive sono diventate una questione critica. Ora è necessario avviare forme di sperimentazione contrattata sul salario accessorio”.
“Fortunatamente siamo entrati nella stagione degli open data – ha affermato Giancarlo Verde – Direttore centrale finanza locale del Ministero dell’interno – ricordando i tempi in cui c’era una certa avarizia da parte delle Pa nel divulgare i dati, evocando pretestuosamente la difesa della privacy. Non basta, però, divulgare – ha precisato – Occorre sviluppare la capacità di valutare e pesare i dati. Ecco perché, sempre di più, stiamo mettendo gli enti locali in condizione di conoscere i propri dati e di utilizzarli correttamente ai fini di scelte amministrative efficaci. Operazione che il Rapporto Ermes contribuisce a fare meritoriamente”.
Sollecitato da una domanda di Trovati su cosa chiedono e si aspettano i Comuni dal Governo e dal legislatore per migliorare le proprie performance, Enzo Bianco ha chiuso l’evento con due affermazioni tanto lapidarie quanto incisive: “Abbiamo bisogno di assumere personale nuovo, poiché l’età media dei dipendenti comunali in servizio è ormai di oltre i cinquant’anni. Ci vuole aria fresca nella Pa locale. Ci servono anche aiuti per rimuovere le resistenze parassitarie residue”.