L’introduzione del vaccino anti pneumococco gratuito è prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017 -2019 e inserita nei nuovi Livelli essenziali di assistenza. Il fine è quello di arginare il rischio di contrarre malattie da pneumococco, un batterio potenzialmente pericoloso e letale per l’uomo e che nella popolazione anziana provoca le polmoniti. Purtroppo ad oggi, la percezione dei rischi è ancora scarsa: solo un anziano su tre sa che la polmonite può uccidere. L’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo HappyAgeing con la nuova campagna “Io ci vado” e il claim “ll vaccino Ti spetta. Tu che aspetti?” esorta i nati nel 1952 e tutti gli anziani a compiere un importante gesto in difesa della propria salute.
Da i dati di una ricerca quantitativa condotta da AstraRicerche nel mese di settembre su un campione di oltre mille italiani emerge che nonostante rispetto a due anni fa siano aumentate sia la conoscenza del vaccino contro la polmonite (+12,8%, +19% negli over60) sia il numero di persone che dichiarano di essere vaccinate contro la polmonite (+4,8%) gli anziani (la ricerca è sugli over 60) si sentono sempre meno a rischio, tanto che solo 1 su 10 ha la percezione di poter contrarre personalmente la malattia. Inoltre, rimangono alcuni falsi miti sulle modalità di prevenzione: per 4 persone su 5 è sufficiente mantenersi genericamente in buona salute, per 1 su 3 lavarsi le mani. Solo 1 intervistato su 3 pensa che la prevenzione della polmonite passi attraverso la vaccinazione. “Ogni anno, in Italia, sono migliaia i decessi e i ricoveri ospedalieri per complicanze derivate da malattie evitabili grazie a un vaccino come polmoniti batteriche, influenza o herpes zoster, quasi tutti anziani – ha voluto ricordare Michele Conversano, presidente di HappyAgeing in occasione del lancio della campagna – in particolare, la polmonite è ancora la prima causa di morte per malattie infettive nei Paesi occidentali. Se si abbinasse la vaccinazione antinfluenzale al vaccino anti pneumococco, si potrebbe arrivare a ridurre il numero di decessi fino anche del 60%. Far conoscere questo diritto ed esigerlo in tutta Italia è un dovere civile verso sé e verso la collettività”.