Si terrà il 5 e 6 novembre a Milano, presso il Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci, l’incontro dei ministri della Salute dei Paesi del G7. La riunione prevede l’intervento dei titolari della Sanità di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e degli Stati Uniti. Parteciperanno inoltre, il commissario Ue e i direttori di Oms, Fao, Oie, Ocse ed Efsa. Al centro della discussione sarà il tema dell’impatto dei fattori climatici e ambientali sulla salute dei cittadini. Il cambiamento climatico ha senza dubbio svariate conseguenze sul benessere umano, sia dirette che indirette, con effetti che possono manifestarsi a breve come a lungo termine.
L’Organizzazione mondiale della Sanità ha calcolato che a livello globale nel 2000 si siano verificati oltre 150.000 decessi a causa dei fattori climatici e ambientali. E secondo un recente studio dell’Oms, entro il 2040 vi saranno 250.000 decessi l’anno per la recrudescenza delle medesime cause. Purtroppo la mortalità dovuta alle ondate di calore e alle alluvioni è destinata ad aumentare anche in Europa. Dalla spinta alla trasmissione di malattie infettive come la febbre Dengue all’aumento record di persone esposte alle ondate di calore: gli effetti delle alterazioni climatiche sulla nostra salute sono, insomma, già quantificabili tanto da poter essere considerate oggi un “significativo problema di sanità pubblica” che riguarda milioni di persone in tutto il globo.
A lanciare l’allarme anche uno studio redatto da ricercatori di diversi atenei e organismi internazionali tra cui l’Organizzazione mondiale della Sanità, la Banca mondiale e l’Organizzazione meteorologica mondiale. Il report intitolato “The Lancet Countdown on Health and climate change”, prende in esame 40 indicatori per monitorare gli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute globale e verrà aggiornato progressivamente ogni anno.