L’iniziativa denominata “Autoriflessione sull’apprendimento efficace per promuovere l’innovazione attraverso le tecnologie educative” (Selfie), aiuterà il personale degli istituti scolastici a valutare i rispettivi punti di forza e di debolezza per trarre il massimo dalle tecnologie nell’attività pedagogica. Durante questa fase pilota 600 scuole di 14 diversi Paesi hanno la possibilità di sperimentare il nuovo strumento prima che venga introdotto in Europa all’inizio del prossimo anno.
“Selfie aiuterà le scuole europee che vogliono capire se stanno utilizzando al meglio le tecnologie digitali per migliorare i risultati dell’apprendimento – ha detto il commissario europeo per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport, Tibor Navracsics -. Le conoscenze digitali sono indispensabili nel mondo di oggi e in futuro, dove nove posti di lavoro su dieci richiederanno competenze digitali. Queste abilità sono importanti anche per garantire che le persone possano utilizzare le nuove tecnologie con fiducia e in tutta sicurezza ed essere membri della società pienamente coinvolti. Per questo le scuole debbono essere preparate a dotare i loro allievi delle competenze necessarie fin dalla tenera età”.
Questo nuovo strumento è sviluppato dal Centro comune di ricerca (Jrc) della Commissione europea in collaborazione con la Direzione generale istruzione, gioventù, sport e cultura e sostiene gli obiettivi strategici dell’Ue per migliorare le competenze e l’apprendimento, nonché la possibilità di ottimizzare lo sviluppo scolastico e l’insegnamento stando al passo con i tempi.
Il tema dell’introduzione del digitale a scuola è uno di quelli che ancora oggi divide e crea correnti di pensiero differenti. Non vi sono infatti, ancora, evidenze scientifiche sul riverbero delle tecnologie in relazione all’apprendimento, mentre l’esperienza quotidiana da parte dei giovanissimi rispetto agli smartphone e ai tablet è perlopiù finalizzata ai social.
Il Report pubblicato dal Miur lo scorso anno sul digital reading ha evidenziato che gli studenti italiani hanno buone capacità di navigazione generica sul web, ma si perdono facilmente quando si tratta di fare ricerche più approfondite e mirate. A tale riguardo coniugare le tecnologie digitali e la didattica nella pratica pedagogica quotidiana potrebbe essere utile.
E’ infatti evidente che se i giovani non sono in grado di navigare in un ambiente digitale complesso sarà per loro difficile in futuro partecipare pienamente alla vita economica, sociale e culturale del mondo che li circonda.