L’accordo è volto a dare attuazione al recente decreto di riforma delle Camere di Commercio, prevedendo che il sistema camerale concentri le proprie attività in Italia per preparare le Pmi ad operare all’estero, prevedendo le opportune forme di raccordo con l’Agenzia posta al centro del Sistema per l’internazionalizzazione (Ice), affinché le imprese vengano assistite in maniera unitaria e coordinata dal territorio d’origine fino ai mercati stranieri di interesse.
Le attività previste dal protocollo d’intesa rispondono, in particolare, ad un obiettivo strategico: portare più imprese all’estero e rafforzare le quote di mercato delle aziende che esportano in maniera ancora saltuaria. Il recente Rapporto dell’Ice ha infatti evidenziato che pur crescendo ancora l’export italiano, il numero delle aziende esportatrici tra il 2010 e il 2016 è aumentato assai lentamente e in misura ancora insoddisfacente.
“Questo protocollo – ha detto il sottosegretario allo Sviluppo economico Ivan Scalfarotto – è parte integrante di quel disegno strategico avviato nel 2014 e volto al supporto dell’internazionalizzazione delle nostre imprese. Un disegno che ha già portato notevoli risultati sia per la costante crescita registrata dalle nostre esportazioni che per l’aumento del numero di investimenti esteri in Italia. In questo contesto assume particolare rilevanza il ruolo svolto dall’Ice, vero e proprio collante fra gli attori del sistema per l’internazionalizzazione, che ha tra i principali obiettivi proprio quello di aumentare il numero delle nostre imprese esportatrici”.
Sono molte aziende italiane che hanno tutte le caratteristiche per esportare “ma hanno bisogno sempre più di soggetti che sui territori siano in grado di assisterle a muovere i primi passi – ha aggiunto il presidente di Unioncamere Ivan Lo Bello, -. Accanto agli altri organismi pubblici e privati, le Camere di Commercio potranno ora meglio raggiungerle e prepararle per l’estero attraverso iniziative di informazione, formazione, supporto organizzativo e assistenza alle imprese, con particolare riguardo a quelle di minori dimensioni, alle start up ed alle imprese organizzate in filiere e reti – ha concluso Lo Bello -. Contiamo, nel prossimo triennio, d’individuare e accompagnare sui mercati internazionali 10.000 nuovi esportatori. È questa una potenzialità per il Paese che, se colta, può fare diversi punti in più di export”.