Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Valeria Fedeli, ha firmato ieri i decreti per la realizzazione dell’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica, previsto da uno dei provvedimenti attuativi della Buona Scuola e dell’Osservatorio per l’intercultura. Due spazi di confronto sui temi dell’educazione e della formazione legati all’attuazione dell’articolo 3 della nostra Costituzione.
“Quella italiana – ha detto Valeria Fedeli – è già una scuola altamente inclusiva e capace di integrare, di fare della diversità una ricchezza. Abbiamo un sistema molto avanzato di cui possiamo e dobbiamo essere orgogliosi. Le nostre e i nostri docenti fanno un lavoro straordinario, che con la riforma e i suoi decreti attuativi vogliamo ulteriormente supportare con risorse e strumenti che ci consentiranno di venire sempre più incontro alle nuove esigenze di studentesse e studenti e delle loro famiglie”.
Tra i decreti attuativi della Buona Scuola, uno dei provvedimento è dedicato all’inclusione per garantire agli alunni con disabilità, alle loro famiglie e alle associazioni dedicate, una centralità nei processi partecipativi, coinvolgendo tutte le componenti del personale scolastico. Nei prossimi mesi gli effetti del decreto si esplicheranno attraverso una serie di azioni condivise con l’Osservatorio per l’integrazione.
Sul fronte dell’inclusione e dell’intercultura, ha aggiunto il ministro “stiamo potenziando l’offerta formativa anche con un incremento di risorse per questo capitolo”. Nel nostro Paese sono oltre 800.000 i ragazzi con cittadinanza non italiana presenti nel sistema scolastico e quasi il 60% di queste alunne e di questi alunni è nato in Italia.
“La velocità e la profondità dell’integrazione dipendono anche dalla scuola, come ho ricordato in molte occasioni – ha aggiunto il titolare del Miur – È’ grazie al percorso che le ragazze e i ragazzi con cittadinanza non italiana fanno a scuola che l’Italia potrà contare anche sui loro talenti, sulle loro intelligenze. E’ a scuola – ha sottolineato – che studenti, famiglie e comunità con storie diverse possono imparare a conoscere le diversità culturali e religiose, a superare le reciproche diffidenze, a sentirsi responsabili di un futuro comune. Le scuole possono essere veri e propri laboratori di convivenza”.
L’Osservatorio sarà uno strumento significativo per portare avanti questo processo. La complessità e la molteplicità degli aspetti relativi all’integrazione richiedono infatti una sede qualificata di riflessione. “Dobbiamo dare risposte efficaci alle storie e ai bisogni educativi di chi è appena arrivato nel nostro Paese – ha concluso Fedeli – ma anche delle ragazze e dei ragazzi figli di migranti che nascono, crescono e studiano in Italia la cui cittadinanza, penso al dibattito sullo Ius soli, che mi auguro sia rapidamente approvato, si costruisce giorno dopo giorno proprio nelle nostre scuole”.