Il pagamento dei fornitori da parte delle Amministrazioni pubbliche, centrali e locali, è questione annosa e sempre aperta, che vede in particolare parecchi Comuni ritardatari e in affanno. Tant’è che il Ministero dell’Economia stila ogni anno una classifica dei 500 enti più virtuosi a livello nazionale allo scopo di promuovere le best practice in questa materia. Ricordiamo, però, che tutte le pubbliche amministrazioni sono tenute a pagare le proprie fatture entro 30 giorni dalla data del loro ricevimento, a eccezione degli enti del servizio sanitario nazionale, per i quali il termine massimo di pagamento è fissato in 60 giorni. Il rispetto di questi termini è un fattore di cruciale importanza per il buon funzionamento dell’economia nazionale e rientra nel rispetto delle direttive europee in materia di pagamenti dei debiti commerciali, su cui la Commissione Europea effettua un puntuale e rigoroso controllo. Negli ultimi anni, anche grazie all’introduzione della fatturazione elettronica, obbligatoria per tutte le Pa dal 31 marzo 2015, il numero di esse che paga i fornitori con tempi medi più lunghi di quelli previsti dalla normativa vigente si è sensibilmente ridotto. Ecco perché il Ministero dell’Economia e delle Finanze, svolge un ruolo primario nel monitoraggio costante e puntuale del ciclo passivo dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, attraverso l’utilizzo del sistema informatico della Piattaforma dei crediti commerciali (PCC), realizzata e gestita dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato, che rileva le informazioni sulle singole fatture ricevute dalle oltre 22.000 amministrazioni pubbliche registrate.
La PCC acquisisce in modalità automatica, direttamente dal Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate (SDI), tutte le fatture elettroniche emesse nei confronti delle PA e registra i pagamenti effettuati e comunicati dalle singole amministrazioni. Queste informazioni tuttavia non sono complete: non tutti gli enti pubblici sono attivi nella comunicazione dei dati di pagamento. A questa carenza, che impedisce di avere una visione completa del ciclo delle fatture, si porrà rimedio con lo sviluppo del SIOPE +, un sistema informativo per l’acquisizione automatica dei dati sui pagamenti (vedi sezione “sviluppi futuri”). In particolare, la Piattaforma ha rilevato i pagamenti relativi a circa 17,3 milioni di fatture, per un importo pari a 111,2 miliardi di euro, che corrisponde al 74 % dell’importo totale delle fatture riconosciute dalle PA nel periodo considerato.
I tempi occorsi per saldare, in tutto o in parte, i 17,3 milioni di fatture per le quali sono stati comunicati i pagamenti, sono stati pari in media a 58 giorni, mentre i tempi medi di ritardo si sono attestati su valori pari a 16 giorni, un valore quest’ultimo in diminuzione del 30% rispetto ai tempi medi di ritardo con cui le Amministrazioni pubbliche hanno smaltito (sulla base dei pagamenti comunicati in Piattaforma) le fatture passive ricevute nell’anno 2015.
Tornando alla posizione dei Comuni, nella classifica risulta che il più virtuoso nel 2016 sia stato Voghera (Pavia), collocandosi al 49° posto, che ha pagato il 97% del dovuto. Seguono il Consorzio intercomunale Servizi socio-assistenziale di Pianezza al 53° posto, sempre con il 97% del pagato; l’Unione della Romagna Faentina al 60° (96%), il Comune di Mori (Trento) al 72° (95%) e l’Unione dei Comuni della valle del Savio al 74° (95%).