In Piemonte scende in campo il vicepresidente regionale dell’Unione dei Comuni montani (Uncem), Marco Bussone, denunciando che «ci sono molti milioni di euro bloccati nelle casse dei piccoli Comuni, ma il problema non è tanto l’incapacità di spesa degli enti locali, ma la norma che blocca l’avanzo di amministrazione per effetto del pareggio di bilancio. I fondi che i piccoli Comuni non possono spendere, a meno di trovare entrate equivalenti, sono almeno 500 milioni».
Rincara la dose l’Ance, secondo la quale ci sono 251 Comuni piemontesi che possono spendere nei prossimi tre anni 79,2 milioni, mentre altri 74 sono a disposizione della Regione, e di questi quasi 33 sono nuovi investimenti. Il 35% di quella somma dovrebbe essere speso entro l’anno. Bussone non nega l’esistenza del problema: «Le norme del nuovo codice degli appalti hanno reso più complesso l’iter amministrativo degli appalti per i piccoli Comuni. Quel che preoccupa è «l’impossibilità di utilizzare gli avanzi di bilancio per fare investimenti che possono stimolare il rilancio del settore dell’edilizia». Secondo Bussone ci sono «tanti Comuni che hanno in cassa 100/150 mila euro di fatto congelati per l’impossibilità di trovare entrate equivalenti da scrivere a bilancio. Come si esce da questa situazione? La Finanziaria 2018 – spiega il vicepresidente Uncem – è la strada giusta per eliminare questa assurdità che mina investimenti e operatività degli enti locali. Basterebbe allentare i margini del pareggio e dovrebbe essere lo Stato a farsi carico di liberare spazi per la spesa degli enti locali, così come ha fatto in questi anni la regione Piemonte. E per evitare che quei soldi vengano utilizzati per la spesa corrente si può vincolare il loro uso solo per gli investimenti per l’edilizia scolastica o la prevenzione del dissesto idrogeologico».