Una boccata d’ossigeno che servirà a finanziare la costruzione di istituti scolastici innovativi e la riqualificazione degli edifici più fatiscenti. Saranno 74 milioni di euro quelli dedicati alla riqualificazione o alla costruzione di edifici scolastici. E dopo la fase iniziale portata avanti da sei Comuni, che hanno tracciato le linee operative per la rivitalizzazione, il modello diventa ora replicabile in tutta la Penisola.
Il programma “Fondo immobiliare per l’edilizia scolastica e il territorio”, promosso da Anci, Agenzia del Demanio, Miur e Invimit è stato appena presentato a Roma nella sede dell’Anci alla presenza del presidente Antonio Decaro, del sottosegretario all’Istruzione, Vito De Filippo, del direttore generale dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, del presidente della Fondazione patrimonio comune, Alessandro Cattaneo, del responsabile del Fondo i3 Core comparto territorio di Invimit, Pasquale Labianca, e dell’assessore al Bilancio di Castel San Pietro Terme (il Comune capofila), Anna Rita Muzzarelli.
Il piano verrà realizzato attraverso il sistema integrato di fondi immobiliari gestito da Invimit (società al 100% del Mef e capitalizzata interamente da Inail) e beneficerà dei contributi pubblici messi a disposizione dal Miur per la modernizzazione dell’edilizia scolastica. I Comuni che hanno aderito a questo progetto pilota potranno costruire nuovi edifici scolastici o riqualificare quelli esistenti attingendo a risorse appositamente costituite. Un Piano che prevede l’investimento di Invimit Sgr attraverso il Fondo I3 Core Comparto Territorio con 57,8 milioni di euro di equity e dei Comuni con l’apporto di immobili per un valore di 11 milioni.
A queste risorse andranno poi ad aggiungersi i contributi del Miur pari a 5,9 milioni di euro (finanziamento del Ministero in base all’art 53 d.l. 9 febbraio 2012 con recepimento dell’art.33 d.l. 98). Insieme al Comune capofila, le amministrazioni coinvolte sono quelle di Osimo (Ancona), Isola Di Capo Rizzuto (Crotone), Robbiate (Lecco), Grumolo delle Abbadesse (Vicenza), Monte Prandone (Ascoli Piceno). “Il progetto che presentiamo oggi riguarda solo sei Comuni ma può rappresentare un modello esportabile ed efficace per riqualificare i tanti immobili inutilizzati nei nostri Comuni. Puntare al recupero dell’esistente con strumenti finanziari alternativi è una sfida che guarda al futuro e che Anci supporta con convinzione”. Così Antonio Decaro, che nel suo intervento ha anche ricordato come “la rigenerazione degli immobili è un’occasione di sviluppo e crescita dei territori a cui non possiamo sottrarci”. Il tema fondamentale, poi, è quello della sicurezza delle scuole. “Il fabbisogno per la messa in sicurezza, tra vulnerabilità sismica e interventi in generale, è stato stimato da Anci in 8 miliardi – conclude Decaro – Un ammontare che deve responsabilizzarci tutti e farci lavorare in squadra, come chiediamo da tempo. I Sindaci non possono essere lasciati con il cerino in mano. Le scuole sono passaporto per il futuro, come diceva Malcolm X, garantire che siano sicure è compito di tutti. Noi amministratori e Sindaci siamo presenti e lo dimostriamo”.
Nel suo intervento il presidente della Fondazione patrimonio comune Anci, Alessandro Cattaneo, ha invece tenuto a sottolineare che “il raggiungimento di un obiettivo molto importante, non solo per i sei Comuni che hanno partecipato, ma anche per l’Anci e per l’intero sistema Paese. Un cambio di prospettiva: non più soldi a pioggia a fondo perduto – ha ricordato – ma operazioni sviluppate con logiche private rese attrattive dalle amministrazioni locali che, allo stesso tempo, raggiungono obiettivi altrimenti irrealizzabili come avere scuole nuove. Un modello che ora potrà essere esportato in ogni altro Comune italiano”.
L’assessore al Bilancio di Castel San Pietro Terme, comune capofila del progetto, Anna Rita Muzzarelli, ha detto infine: “Il progetto presentato dimostra come i Comuni collaborando insieme possano realizzare opere pubbliche, nello specifico nuove scuole e rigenerare il proprio territorio con un importante processo moltiplicativo: i Comuni apportando al Fondo 11 milioni di euro di immobili dismessi e inutilizzati, generano 68 milioni di investimenti: 27 milioni per nuove scuole e 41 milioni per il residenziale, con tempi di realizzo delle nuove scuole di 18 mesi dall’avvio del Fondo”.