Passare da una gestione episodica della riabilitazione a una presa in carico individualizzata del paziente, in un’ottica di appropriatezza delle cure erogate. Parte da qui il progetto trentino per la realizzazione della rete riabilitativa provinciale, istituita il 7 luglio da tre distinte deliberazioni presentate dall’assessore alla Salute e alle Politiche sociali, Luca Zeni.
Tre i cardini della riforma del comparto della riabilitazione: la rete, tra le strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private accreditate, la realizzazione di strutture sanitarie intermedie con posti letto riservati a pazienti che non possono ancora essere dimessi o accedere alla riabilitazione (partirà un progetto sperimentale con 20 posti letto presso una struttura locale) e la conferma del mandato riabilitativo dell’Ospedale di Rovereto.
Per mettere a punto il sistema e costruire una rete in grado di “comunicare”, sarà essenziale la dotazione informatica, con la realizzazione di un registro unico provinciale delle attività riabilitative, nel quale verranno condivisi dati, informazioni e strumenti. A tal fine la deliberazione approvata mette a disposizione dell’Apss 100.000 euro come infrastrutturazione informatica.
Per il cittadino cambierà la definizione di un percorso riabilitativo unico integrato nei vari setting terapeutici (spazi fisici e mentali all’interno del quale si attua un programma di cura) della rete riabilitativa trentina, garantendo la presa in carico complessiva della persona, nonché l’erogazione degli interventi definiti all’interno di uno specifico progetto individualizzato multidimensionare e multidisciplinare, formulato appositamente nel rispetto di criteri di appropriatezza prescrittivi ed erogativi. Un percorso che sarà costantemente monitorato per verificare l’efficacia delle azioni attuate.