Finanza sociale, finanza etica o finanza utile? Tante definizioni che sono state utilizzate negli ultimi anni per descrivere la crescente attenzione da parte degli amministratori dei Comuni italiani, dei quadri e degli operatori degli 8000 Comuni italiani e dei quadri degli operatori che operano nella sanità (ASL ed AO), nella educazione (istituti scolastici), nel settore sociale e socioassistenziale a individuare ed a sperimentare forme di collaborazione e cooperazione con il settore non profit nel finanziamento di progetti, gestione corrente ed investimenti nei settori dei servizi alla persona.
Intanto il fondo europeo per gli investimenti (EIF) e Banca Popolare Etica hanno siglato il primo accordo di garanzie per le imprese sociali in Italia che rientra nel programma Ue per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI). L’accordo consentirà a Banca etica di fornire un totale di 50 milioni di euro a 330 imprenditori sociali nei prossimi 5 anni, per imprese spagnole e italiane.
Le imprese sociali sono quelle che impiegano disabili, disoccupati di lungo termine, migranti e richiedenti asilo. E potranno beneficiare di prestiti a tassi ridotti, con ridotti requisiti di collaterale, che rientrano nel programma sostenuto dall’Ue.
Banca Popolare Etica si concentrerà su un’ampia gamma di imprese sociali, mirando a start up socialmente innovative, imprese agricole sociali e aziende attive nell’utilizzo di efficienza energetica e rinnovabili. “Fornendo alle aziende accesso al credito più facile, contribuiamo allo sviluppo delle imprese sociali in settori chiave dell’inclusione, come l’integrazione di migranti e rifugiati”, ha detto la commissaria al lavoro Marianne Thyssen.