Dopo la dura tappa dolomitica di ieri che comprendeva ben cinque gran premi della montagna, ecco la diciannovesima ed ultima tappa in quota.
La maglia rosa è sempre Dumoulin, il quale, nonostante i continui attacchi di Quintana e Nibali, ha dato dimostrazione di grande forza e tenuta. Oggi, per coloro che inseguono, sarà l’ultima occasione per attaccare l’olandese.
Si parte, come dicevamo all’inizio, da san Candido, in provincia di Bolzano, per percorrere i 190 km che portano a Piancavallo. San Candido è attraversata dal fiume Drava che curiosamente è affluente del Danubio. Conosciuta fin dai tempi romani è stata nel passato, e lo è tuttora, uno dei principali centri religiosi della zona. La cittadina è, infatti, nata attorno ad un monastero dei frati benedettini. E’ stata austriaca fino alla spartizione della prima guerra mondiale, quando fu data agli italiani. San Candido è sempre stata una località turistica importante, quasi elitaria; a contribuire la verve turistica la presenza della sorgenti solfuree e minerali che hanno impreziosito l’economia cittadina.
Da San Candido pronti, partenza e via, ecco che subito troviamo il primo passo, di Croce Comelico, per i primi 7 km di salita, alla media del 4,3%, che scaldano i ciclisti e gli animi di coloro che aspirano alla maglia rosa. Una lunga discesa per poi raggiungere la cima Sappada e discendere fino a Tolmezzo.
Da qui si va verso Il sella Chianzutan, per altri 12 km di salita, con pendenze tra il 6 e il 10%. Si riscende ancora per prepararsi per l’ultima salita lunga 15 km, con i primi dieci decisamente impegnativi, con pendenza fissa attorno al 9 % e con punte al 14. A questo punto vi sarà Piancavallo, in Friuli Venezia Giulia. Nata negli anni sessanta, la cittadina degli sport invernali è la prima in Italia ad avere installato i primi impianti d’innevamento artificiale. Sembra facile a scriverlo, ma i ciclisti arriveranno a Piancavallo completamente esausti. Qui si avrà conoscenza di colui che molto probabilmente sarà il vincitore finale.