Il Giro del centenario entra finalmente nel vivo, con la sedicesima tappa. Sarà una settimana di “passione dolomitica” che si concluderà domenica con la crono veloce di Milano.
La tappa di oggi è quella che partirà da Rovetta, in provincia di Bergamo, per arrivare dopo 222km a Bormio. Si salirà, dopo una cinquantina di km, sul mitico Mortirolo per 12 km di salita dalla pendenza media del 7,6%, con punte fino al 18%. La salita al Mortirolo ha sempre fatto gioire i corridori italiani, da Chiappucci a Basso, senza dimenticare il grande Pantani, che su queste montagne è stato immortalato con una statua, a ricordo delle sue leggendarie imprese. Qui c’è sempre neve, tanto che il passo del Mortirolo è stato appena riaperto dopo la stagione invernale.
Dai quasi 1800 mt del Mortirolo si scende fino a Bormio. La cittadina della Valtellina è la località famosa fin dall’antichità per le sue preziose terme. I romani colsero immediatamente le capacità termali, di fatto la cittadina valtellinese divenne un grande snodo commerciale che si è mantenuto nei secoli a venire. Oggi è una delle maggiori stazioni sciistiche al mondo. In Valtellina il ciclismo e il Giro hanno segnato pagine epiche nel nome di due grandi corridori come Fausto Coppi e Jacques Anquetil. Da Bormio qui si sale, senza un attimo di respiro, sullo Stelvio, la montagna più alta del Giro, detta anche Cima Coppi. Associare lo Stelvio alla bici significa parlare di leggende sportive senza tempo. Ci troviamo nell’omonimo Parco Nazionale e nel valico automobilistico più alto d’Europa con i suoi 2780 mt. Che rendono la fatica a cui si fa incontro.
Le condizioni climatiche sono sempre al limite, influenzando l’andamento della corsa che per 22 km si inerpica alla pendenza media del 7,6% e con punte del 12. Per molti analisti qui si deciderà il Giro. Ma non è ancora finita perché c’è la scalata del Passo del Giogo di Santa Maria per altri 13 km con pendenze che arriveranno al 12%. Per poi riscendere al traguardo di Bormio. Insomma, tre passi di montagna, uno più difficile dell’altro. Soprattutto non vi sarà nessuna possibilità di rifiatare, sarà un crescendo di emozioni e di capacità di controllo della fatica. Chiunque riuscirà a vincere entrerà nell’almanacco di coloro che verranno ricordati a posteriori come degli eroi sportivi. Noi italiani auspichiamo che questa volta si riesca a sfatare l’incantesimo che ci vede ancora a rincorrere una vittoria. Sicuramente vi sarà il ciclismo a vincere. E per il momento Dumoulin è ancora in maglia Rosa.