Il modello agricolo biodinamico oltre a rafforzare i terreni e a renderli fertili, crea aziende più forti sul mercato a cominciare dai prezzi, perché i prodotti biodinamici sono pagati al produttore di più rispetto ai convenzionali, garantendo una stabilità complessiva maggiore delle aziende biodinamiche.
Una delle principali caratteristiche dei campi biodinamici è quella di mantenere i terreni più sani e forti, capaci di produrre cibi ricchi di proprietà organolettiche.
Infatti, ospitando una maggiore varietà di piante e animali e di microorganismi che rendono l’ecosistema più robusto, affrontano meglio le situazioni di disturbo e di stress come le variazioni di climatiche. Una qualità non da poco, per un paese sempre più segnato dagli effetti devastanti del cambiamento climatico.
Per questa ragione che l’agricoltura biodinamica si sta delineando come uno dei settori più promettenti per il futuro dell’agricoltura made in Italy, che resiste alla crisi. Si registra infatti un notevole incremento del 20% nell’ultimo anno.
Con l’intento di condividere esperienze e le tecniche l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica lancia la prima edizione delle ‘Giornate Contadine’: una serie di appuntamenti che a partire dal prossimo week end, e fino al mese di luglio, si terranno in molte aziende della Penisola per la formazione e il trasferimento dei saperi agli agricoltori, allo scopo di aiutare le aziende italiane a sopravvivere alla crisi e migliorare i rendimenti.
“Le aziende agricole biodinamiche”, spiega Carlo Triarico, presidente dell’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, “accoglieranno agricoltori per una giornata di conoscenza, scambio, approfondimento e convivialità. È ormai esigenza sentita da tutto il mondo biodinamico e biologico di rafforzare le conoscenze e migliorare il lavoro di tutti gli agricoltori del Paese. Il mutuo sostegno per la crescita della qualità della nostra agricoltura è urgente per la sopravvivenza delle aziende. È il contributo dei biodinamici per fronteggiare una crisi che sta portando alla chiusura decine di migliaia di aziende agricole italiane ogni anno”.