Rating è bello e trendy, si potrebbe dire guardando alla diffusione di questo strumento di valutazione delle performance. Nato nel settore economico finanziario (come dimenticare le “famigerate” agenzie come Standard & Poors, Fitch e Moody’s), il rating indica un giudizio che viene espresso da un soggetto esterno e indipendente sulle capacità di una società di pagare o meno i propri debiti. Nel tempo, tuttavia, si è esteso ad altri settori. Uno di questi riguarda le prestazioni della Pubblica amministrazione. E’ recente, ad esempio, il rapporto annuale su un campione di nove Comuni (Cuneo, Brescia, Parma, Grosseto, Terni, Frosinone, Salerno, Brindisi, Potenza) – redatto dall’Agenzia Rating Pubblico e promosso da Fondazione Etica presieduta da Gregorio Gitti – dal quale emerge che, in materia di qualità delle prestazioni degli enti locali, “vince Cuneo, di misura. Tallonata da Parma. Quindi, Grosseto e Brescia. In fondo Potenza. Il Nord, in media, fa meglio. Il Sud deve inseguire. Il Centro presenta un doppio volto: per un verso si avvicina al Settentrione, per l’altro al Meridione”.
L’indagine, va detto, si basa sull’impiego uno strumento di valutazione (battezzato proprio «Rating Pubblico») calcolato su un algoritmo: per arrivare alla classifica si è tenuto conto di circa cento indicatori (quantitativi e qualitativi), suddivisi in sei macro-aree: «economico-finanziaria», «governance», «gestione del personale», «rapporto con i cittadini-utenti», «rapporto con imprese fornitrici», «rapporto con l’ambiente».
«Rating Pubblico adotta il punto di vista del cittadino, non necessita della collaborazione delle Pubbliche amministrazioni e nemmeno del loro assenso — spiega Paola Caporossi, tra i fondatori di Fondazione Etica e coordinatrice del team che ha dato vita all’Agenzia — Non si occupa solo di quanto spendono i Comuni, ma anche di come e per cosa, misura il grado di effettiva trasparenza, individua alert su possibili fenomeni di corruzione, contribuisce a prevedere il rischio di default. Oltre ai conti occorre verificare come si struttura la governance dell’amministrazione comunale, come gestisce il personale, come funzionano i servizi che eroga, come paga le imprese fornitrici – aggiunge Caporossi. Per stilare la classifica si è tenuto conto dei documenti del 2014, i più recenti per consentire una comparazione omogenea». Cuneo è leader nelle aree «economico-finanziaria», «governance» e «appalti e imprese». Parma guida la classifica nelle voci «gestione del personale» e «servizi ai cittadini» grazie a un’amministrazione che dedica «grande attenzione alla trasparenza», «agli open data e ai servizi online». L’Agenzia Rating Pubblico non trascura neppure le criticità. Terni, ad esempio, viene definita una realtà «molto carente sia in trasparenza che in performance».
Come considerare, allora, il proliferare di classifiche e graduatorie stilate dalle agenzie di valutazione a livello internazionale e nazionale? Rating e auditing sono indubbiamente strumenti utili per misurare/valutare le attività svolte da soggetti pubblici e privati. E, tuttavia, non bisogna enfatizzarli e sopravvalutarli, poiché l’uso di algoritmi matematici può, talora, risultare fuorviante omologando attraverso criteri standard, statistiche e numeri “freddi” realtà differenti, senza coglierne peculiarità essenziali.