La questione meridionale: non c’è governo, dall’unità d’Italia, che si sia presentato senza una ricetta per risolvere i problemi del sud. La locuzione, utilizzata per la prima volta nel 1873 dal deputato radicale lombardo Antonio Billia, si riferisce alla disastrosa situazione economica del Mezzogiorno in confronto alle altre regioni dell’Italia unita e viene adoperata nel linguaggio comune ancora oggi.
Ma per la prima volta dopo molti anni, nel 2015 il Mezzogiorno è cresciuto, ‘finalmente’, più del resto del Paese. E riparte grazie all’agricoltura. Lo sottolinea il rapporto Ismea Svimez che evidenzia l’ottima performance che il settore primario ha avuto nel 2015 e nel 2016. L’agricoltura diventa protagonista della ripresa economica: crescono valore aggiunto, esportazioni, investimenti e occupazione, al Sud ancor più che al Nord. Particolarmente significativa è la dinamica dell’occupazione giovanile, cresciuta nel Mezzogiorno del 12,9%, più della media italiana. E anche il peso dell’imprenditorialità giovanile agricola è in evidente crescita: quasi 20 mila imprese il saldo positivo al Sud nei primi mesi dell’anno scorso.
Il Sud riparte, dunque, grazie all’agricoltura: per la prima volta dopo molti anni, nel 2015 il Mezzogiorno è cresciuto più del resto del Paese: il Pil del Sud registra una crescita dello 0,8%, contro lo 0,5% del Centro-Nord e l’agricoltura ha spinto la ripresa, con una crescita del 7,3% “molto maggiore rispetto quella dell’agricoltura del Centro-Nord (+1,6%) e, nell’area, estremamente migliore di quella dell’industria (-0,3%) e dei servizi (+0,8%)”. E’ quanto sottolinea il rapporto Ismea-Svimez diffuso oggi. Nel 2015 l’occupazione agricola al Sud era pari a circa 500 mila unità (+3,8% rispetto al 2014, pari a 18 mila persone). L’aumento ha riguardato sia i dipendenti che gli autonomi, ma al Sud sono più i primi, nel Centro Nord i secondi. I posti di lavoro continuano a crescere anche nel 2016 (+5,8% nel primo trimestre, +6,5% nel secondo). L’aumento riguarda soprattutto i giovani under 35 (+9,1%). Del resto – sottolinea il rapporto – l’agricoltura ha assunto un ruolo di primo piano nella creazione di nuova occupazione giovanile al Sud. Nell’anno accademico 2015/2016 gli immatricolati all’università del gruppo agrario hanno raggiunto un livello di quasi il 20% maggiore rispetto a dieci anni prima.
Nella prima metà del 2016 l’occupazione giovanile in agricoltura è cresciuta dell’11,3% in Italia, e del 12,9% al Sud. Una crescita alla quale ha dato un decisivo contributo il lavoro a tempo pieno (+14,4%). E anche il peso dell’imprenditorialità giovanile agricola è in evidente crescita: quasi 20 mila imprese il saldo positivo al Sud nei primi mesi dell’anno scorso. Molto bene anche l’andamento dell’export agroalimentare del Meridione. Nel 2015 sono cresciuti del 15,5% i prodotti agricoli meridionali (Centro Nord +9,6%) e del 7,6% quelli alimentari del Sud (Centro Nord +6,3%). In Europa il principale Paese importatore di prodotti alimentari meridionali è la Gran Bretagna.