I tassisti sono in rivolta in tutta Italia. La bestia nera da contrastare è il pacchetto di misure sui servizi di noleggio contenuto nel maxiemendamento al Milleproroghe. Manifestazioni di protesta sono state inscenate nelle maggiori città italiane contro le norme che regolano l’attività di noleggio omologandola a quella dei taxi. Presi di mira soprattutto gli aeroporti. Ieri si è tenuto un presidio di taxi davanti al Senato. “Il Ministro Delrio si assuma la responsabilità del governo – ha tuonato Nicola Di Giacobbe, di Unica taxi Cgil, e ha aggiunto – La legge 21 si può migliorare, ma solo con il consenso delle categorie. Gli impegni presi si rispettano”. Duro anche il rappresentante di USB taxi, Riccardo Cacchione: “Se passa questa norma, le limitazioni territoriali per gli Ncc saranno fortemente ridotte”. Per Alessandro Genovese di Ugl taxi, “questa è una sanatoria pro Uber e pro abusivi, lo hanno capito tutti. Il Governo si assuma la responsabilità di questo”.
Per tutta risposta, il Ministero dei Trasporti ha reso noto che convocherà tutte le sigle sindacali dei tassisti per un incontro martedì prossimo, 21 febbraio, mentre l’Autorità di garanzia sugli scioperi ha scritto ai sindacati “”eccependo la violazione della legge sull’esercizio del diritto di sciopero” e invitandoli “a porre in essere le iniziative idonee a far cessare ogni disservizio”. In particolare, a parere del Garante sono state violate le norme sull’esercizio del diritto di sciopero per quanto riguarda “l’obbligo del preavviso di 10 giorni, la mancata predeterminazione della durata dell’astensione e il mancato rispetto della garanzia delle prestazioni indispensabili”. L’emendamento che ha provocato la protesta dei tassisti prevede un nuovo slittamento, fino al 31 dicembre 2017, dell’entrata in vigore delle misure che limitano i servizi di noleggio con conducente (Ncc).
C’è da chiedersi se siamo di fronte alla legittima difesa degli interessi di una categoria minacciata, oppure all’arroccamento corporativo di un settore che respinge la concorrenza e ostacola la diffusione dei principi della sharing economy.