Si apre il grande cantiere degli immobili pubblici. L’Agenzia del Demanio annuncia per i prossimi 5 anni progetti di razionalizzazione, ammodernamento e recupero di efficienza degli edifici della p.a. per oltre 1,4 miliardi di euro, con l’attuazione di 130 piani su tutto il territorio nazionale.
Progetti di razionalizzazione degli spazi pubblici, dunque, per 1,4 miliardi di euro in 5 anni. E’ il piano di investimenti programmato dall’Agenzia del Demanio, che annuncia il 2017 come “l’anno dei cantieri” per efficientare e mettere in sicurezza una fetta importante del patrimonio pubblico. Ad essere attuati da qui al 2021 saranno 130 piani su tutto il territorio nazionale.
Tra questi, ha spiegato il direttore dell’Agenzia, Roberto Reggi, 34 sono operazioni di Federal Building, che consentiranno di concentrare nello stesso edificio gli uffici della p.a. per offrire ai cittadini servizi più integrati e fruibili, generando anche risparmi per le casse dello Stato. Nel 2016, per i lavori di razionalizzazione e sviluppo la spesa ha registrato un incremento del 75% rispetto agli anni precedenti e la prospettiva è di una ulteriore crescita.
Il progetto di punta è Valore Paese Fari che nel 2017 porterà alla conclusione del 2° bando e all’assegnazione di 20 strutture che, grazie a un’idea imprenditoriale, potranno essere date in affitto fino a 50 anni e trasformate in luoghi di accoglienza legati alla cultura del mare, dell’ambiente e del turismo sostenibile. Sono 54 le offerte arrivate per questa seconda edizione del progetto.
“Nel 2017 sarà inoltre proposto al mercato il 3° bando con un nuovo portafoglio di immobili costieri. Il primo bando si è chiuso con successo la scorsa estate con l’assegnazione di 9 fari su 11 proposti, un investimento di circa 6 mln e una ricaduta economica complessiva di circa 20 mln. Oltre ai beni di pregio come appunto le strutture costiere, le ville storiche o le ex caserme, l’Agenzia del Demanio ha deciso di investire anche su realtà territoriali più decentrate e su beni che si inseriscono in luoghi meno conosciuti, al di fuori dai consueti flussi turistici, ma non per questo meno affascinanti, come quelli situati lungo itinerari storici, religiosi o naturalistici, da cui prende le mosse il Progetto Cammini e Percorsi, in via di sviluppo”, ha concluso Reggi.
Si aggiungono poi: il progetto Casa Italia, che attribuisce all’Agenzia del Demanio il coordinamento del piano di riqualificazione sismica ed energetica degli immobili in uso alla p.a., per oltre 34 mln di mq di superficie; e l’operazione trasparenza, avviata con la pubblicazione dei dati aperti e accessibili sui beni grazie alla piattaforma OpenDemanio.
Infine, sono 1.283 gli immobili che, a seconda della loro natura e vocazione, saranno inseriti in percorsi di valorizzazione, concessione, vendita e conferimento a fondi immobiliari.
Sul fronte del federalismo demaniale, tra procedura ordinaria e federalismo demaniale culturale, dedicato ai beni di interesse storico-artistico al 31 dicembre 2016 sono stati trasferiti 4.139 immobili per un valore di 1,5 mld. Grazie alla riapertura dei termini prevista dal decreto Milleproroghe, si sono registrare ulteriori 2.390 richieste di attribuzione di beni da oltre 560 enti territoriali.
“Vendere e incassare senza prima investire non è possibile”, ha sottolineato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ribadendo gli sforzi del governo per la riduzione del debito, a cui anche la dismissione immobiliare contribuisce. Tuttavia la cessione del patrimonio pubblico non può essere attuata in massa e repentinamente. “Per anni – ha ricordato il ministro – si è alimentata l’idea che l’ingente patrimonio potesse essere immediatamente impiegato per abbattere il debito. Ma solo una frazione di questo patrimonio è disponibile all’alienazione”, ha puntualizzato. Per alienare parte del patrimonio pubblico “è innanzitutto necessario spostare gli uffici” ma soprattutto “è necessario investire”. “Gli investimenti – ha insistito – sono imprescindibili. Si parla di bonifiche, di efficientamento, di mettere a norma gli impianti, di evitare che la cessione avvenga a valori non congrui”.