La scorsa settimana il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha annunciato che per l’Associazione dei Comuni italiani partirà nei prossimi giorni l’operazione trasparenza e anticorruzione. Il piano prevederebbe tra l’altro l’allontanamento dell’Anci da società e fondazioni lontane dalla sua attività e la dismissione di Ancitel. Fiom e Uilm, unitamente alla Rsu di Ancitel, hanno avuto un incontro su questi temi con il presidente dell’Anci il 18 gennaio e, dal giorno successivo, i dipendenti sono entrati in stato d’agitazione, preoccupati da quanto annunciato.
Fiom e Uilm ritengono che la scelta di dismettere Ancitel sia stata affrettata: la società, che non è lontana dall’attività dell’Anci, in quanto offre servizi informatici per i Comuni italiani – come ad esempio ”Anci risponde” – occupa 120 lavoratori che negli anni scorsi sono stati messi in contratto di solidarietà a fronte di un calo di attività e di fatturato causato dalle scelte sbagliate dell’azionista di maggioranza. L’Anci, infatti, ha svuotato gradualmente di commesse l’Ancitel redistribuendole tra altre società partecipate, create ex novo, che avevano ovviamente bisogno di attività per giustificare la loro esistenza. Oggi ci ritroviamo a fare i conti con la dismissione di una società, nata nel lontano 1987, che ha sempre avuto una mission chiara e per la quale prestano la propria attività lavoratori con elevate competenze.
Da gennaio 2017 l’Ancitel ha anche dato disdetta all’accordo integrativo producendo un ulteriore danno alle retribuzioni dei lavoratori.
Fiom e Uilm ritengono corretto agire per correggere le storture del passato, ma sarebbe paradossale che a farne le spese fossero lavoratrici e lavoratori che non hanno alcuna colpa e per i quali, al momento, non è stata individuata alcuna alternativa che garantisca in modo certo e in tempi brevi la loro continuità occupazionale, le professionalità e le loro retribuzioni.
Il presidente dell’Anci ha assicurato alle organizzazioni sindacali che sta lavorando per una soluzione, ma è fondamentale che quest’impegno verbale si trasformi in una garanzia certa e che s’individuino al più presto tempi e modalità per rioccupare tutti i lavoratori salvaguardando le loro competenze e la loro professionalità. Fiom e Uilm hanno chiesto al presidente un nuovo incontro urgente nel quale iniziare a lavorare a questo percorso. È fondamentale che s’inizi al più presto per evitare un ulteriore peggioramento della condizione dei lavoratori, già sufficientemente provati a causa di scelte discutibili.