Da oggi prende il via la massima competizione calcistica africana. Ogni due anni, il continente africano mette in mostra la propria sapienza calcistica agli occhi del mondo. Non senza difficoltà, ovviamente. Le instabilità del continente africano rendono la competizione sempre a rischio. Negli ultimi anni la manifestazione sta portando a casa le attenzioni del calcio che conta, quello europeo, vista la quantità di giocatori che questo continente è riuscito a far crescere, permettendo ai suoi giocatori di esprimersi ai massimi livelli professionistici.
Anzi, negli ultimi anni è un dilemma per molti club europei visto che per più di un mese molti giocatori verranno tolti dalle loro squadre d’appartenenza generando un problema non da poco ai fini degli obiettivi delle varie squadre che giocano nella serie italiana o in quella tedesca o inglese. Queste sono, purtroppo, le storture di un calcio professionistico che ci porteranno, tra qualche anno, a giocare, per la prima volta, la Coppa del Mondo d’inverno nel deserto africano. Il tutto nel nome del dio denaro.
La Coppa d’Africa quest’anno sarà di scena in Gabon (doveva essere ospitata dalla Libia ma per i disordini in quel paese cancellata), con l’Egitto e il Ghana che saranno tra i principali protagonisti, quantomeno visto il palmares delle competizioni fin qui disputate; la bacheca dice che l’Egitto ha vinto 7 volte mentre la piazza d’onore spetta a Ghana e Camerum con quattro vittorie.
Fino alla finale del 5 febbraio le sedici finaliste si contenderanno il titolo che nell’ultima edizione è andato alla Costa D’Avorio che sconfisse il Ghana ai rigori 9 a 8. La manifestazione godrà della copertura televisiva di Fox sport che trasmetterà tutte le partite in diretta.
In questa trentunesima edizione, nonostante i disordini che avvolgono gli stati partecipanti, anche nel Gabon ospitante la situazione non è per niente tranquilla, l’appeal che gode la manifestazione non scema. Anzi, quest’anno sono aumentati i calciatori nati in Europa, da genitori africani, che hanno deciso di giocare con la maglia d’origine. Nello specifico sono più di 50, 53 per la precisione, coloro che ha fatto questa scelta. Un successo, dunque, nonostante le difficoltà di carattere politico sociale che avvolge l’intero continente africano. Noi europei seguiamo con un certo distacco questa competizione, salvo poi attingere a mani basse in questo mercato che non è più di serie B. La presenza di stelle di primo livello come l’egiziano Salah (Roma) o Aubameyang (Borussia Dortmund) sta lì a dimostrarlo.
Vediamo come andrà finire questa competizione, sperando che la gioia del gioco più bello del mondo possa sanare le conflittualità esistenti in questi bellissimi territori troppo spesso abbandonati all’oblio.